«Per riattaccare la spina, non basta un clic. Dopo un periodo di quarantena, serviranno almeno 10- 15 giorni di allenamento ai giocatori per ritrovare una forma accettabile. Sarà molto peggio rispetto a un rientro dalle vacanze». Parola di Giovanni Mauri, storico preparatore di Carlo Ancelotti e anche di Cristiano Ronaldo, con cui ha lavorato nel biennio al Real Madrid 2013- 2015 con tanto di trionfo in Champions League.
Mauri, come si aspetta che possa ripartire la Juventus il 25 marzo dopo il caso della positività di Rugani al Coronavirus e le conseguenti due settimane in isolamento?
«Sicuramente, al rientro, i giocatori verranno valutati attraverso test e analisi per avere un quadro sulla condizione individuale e di squadra. A seconda della personalità del giocatore - c’è l’atleta che è più ansiogeno e quello che tende a rilassarsi -, ci sarà chi si presenterà meglio e chi sarà un po’ più indietro. Alla ripresa degli allenamenti, penso che individualizzare ancora di più il lavoro sia l’unica strada possibile per guadagnare tempo, evitare di esagerare i carichi di lavoro e portare il gruppo a un livello di condizione medio-alta globale. Serviranno almeno 10-15 giorni. Il problema non sarà tanto la prima partita, che puoi anche disputare con una forma non al top, quanto le successive».
Perchè?
«Come quando si torna da un infortunio con una condizione approssimativa, e in questo caso siamo di fronte a una situazione simile, il rischio non è la prima gara, bensì quelle seguenti in cui si pagano eventuali disquilibri e acciacchi legati al rientro in campo post inattività. Stavolta sarà così per tutti i giocatori e un po’ di più per quelli che hanno avuto una situazione virale. Se i giocatori della Juventus riprenderanno ad allenarsi il 26 marzo, potrebbero avere un buon livello per Pasqua. Ovviamente dipenderà tutto dal decadimento fisico di queste due settimane».