TORINO - Nel cuore dei tifosi juventini che hanno votato, lo scontro ha probabilmente prodotto le stesse scintille che avrebbe fatto sprizzare in campo, ma alla fine non ha avuto storia. Nella sfida dei guerrieri tra Giorgio Chiellini ed Edgar Davids, terzo ottavo di finale del nostro sondaggio sul più grande juventino degli ultimi 25 anni, il Gorilla ha stritolato il Pitbull. Il duello si è chiuso con l’85 per cento dei votanti (su tuttosport. com e sui nostri profili social) schierato a favore del capitano di adesso.
Il duello di oggi: Marchisio sfida Tevez, votate!
Un 15 per cento di preferenze, quello raccolto dal centrocampista olandese, che non rende giustizia a quanto ha fatto con la la maglia bianconera tra il gennaio del 1997, quando arrivò scartato dal Milan con l’etichetta di mela marcia, e il 2004. Sette anni di corse, contrasti, palloni strappati agli avversari, ma anche dribbling e giocate di grande tecnica. Non a caso, d’altra parte, abbiamo immaginato che ci sia stata lotta nei cuori di chi ha votato. In un torneo di per sé proibitivo (già solo scegliere 16 giocatori per gli ultimi 25 anni di juventus è stata un’impresa) Davids però è incappato in uno degli avversari più difficili. Chiellini possiede entrambi i fattori più importanti per orientare la scelta dei tifosi ed entrambi ai massimi livelli: il valore del calciatore e l’affetto nei suoi confronti. L’attuale capitano bianconero è uno dei difensori centrali più forti del ventunesimo secolo, non solo in ambito juventino ma in assoluto: uno dei pochi marcatori puri rimasti, capaci di esaltarsi nel duello uomo contro uomo, che negli anni ha saputo migliorare sempre più le sue capacità di lettura e di impostazione. Al tempo stesso è uno dei reduci dalla Serie B, che ha saputo crescere da giovane promessa (ma non da predestinato) fino a leader di una delle squadre più forti del mondo, ruolo di cui ha dato prova anche nel recente accordo sul taglio degli stipendi. Tutto questo nel pieno del solco dello Stile Juve.
Stile Juve che torna in ballo anche oggi, perché Claudio Marchisio ne è un altro rappresentante fin da bambino. Principino nei modi fuori e dentro il campo, dove all’eleganza però ha sempre unito grande combattività. E ne avrà bisogno nella sfida di oggi, che lo oppone a Carlitos Tevez. Due sole stagioni in bianconero non gli hanno permesso di lasciare un marchio affettivo come quello del suo ex compagno, ma l’Apache è stato uno degli attaccanti più forti degli ultimi 25 anni bianconeri, trascinatore fino alla prima finale di Champions post Calciopoli.