Chi di voi sta rimpiangendo Coman?

Iscriviti gratuitamente alla newsletter di Tuttosport per non perdere i prossimi contenuti esclusivi. Ecco l'approfondimento di questa mattina

Cari lettori di Tuttosport, stiamo lanciando una nuova tipologia di contenuti esclusivi che potrete ricevere comodamente via mail, registrandovi gratuitamente a questo link e spuntando la casella "Iscriviti alla nostra newsletter". Di seguito l'approfondimento di questa mattina inviato a tutti gli iscritti. Per non perdere i prossimi contenuti speciali iscriviti subito!
 

Cari amici di Tuttosport,

Se siete ancora lì a chiedervi come mai Kingsley Coman, un giocatore ceduto dalla Juventus cinque anni fa, abbia deciso la finale di Champions League, con un suo gol e una vigorosa prestazione, la risposta è tutta in un numero e in un nome: 32 milioni e Pep Guardiola.
Passo indietro: Fabio Paratici scova Coman nel 2013, quando ha 17 anni, lo corteggia, lo convince a non rinnovare con il Paris Saint Germain e lo ingaggia a parametro zero l'estate successiva. Non lo considera un acquisto per la Primavera e lo inserisce nell'organico della prima squadra. Decisione che - dicono - fa storcere il naso a Conte, in uno dei suoi periodi di insoddisfazione cosmica, che - dicono - sbotta: «E i rinforzi sarebbero un Primavera del Real (Morata, ndr) e un Primavera del Psg (Coman, appunto)?». Un paio di settimane dopo Conte abbandona il ritiro, arriva Allegri che è colpito dalla sfrontatezza ai limiti dell'arroganza del ragazzino, che solo qualche anno prima giocava per le strade delle banlieue parigine e si chiama Kingsley perché pochi giorni prima della sua nascita, il 13 giugno del 1996, il papà ha letto un articolo sul Parisienne in cui si racconta la storia di un altro Kingsley, parte di un gruppo di clandestini africani gettati in mare dagli scafisti mentre cercavano di raggiungere l'Europa.  Allegri lo prova e lo riprova nel precampionato e, alla fine, lo lancia titolare nella prima di campionato a Verona contro il Chievo e il ragazzo se la cava. 
Passo avanti: un anno dopo Coman ha compiuto 18 anni, nel frattempo ha giocato 20 partite e segnato un gol, ha la fiducia di Allegri, ma non una maglia da titolare. Davanti a lui ci sono Tevez, Morata, Llorente, lui se la gioca con Matri e Giovinco (che poi se ne andrà a gennaio). Per tutta l'estate Allegri lo coccola, ma il ragazzo è irrequieto. E a quel punto gli squilla il telefono, numero sconosciuto, risponde: «Ciao Kingsley sono Pep Guardiola, ti seguo molto, sono convinto che tu sia uno dei talenti più interessanti del calcio europeo e ti vedrei bene come ala nel Bayern, ho un progetto tattico su di te...».

E così l'irrequietezza diventa fissazione, perché se a 18 vi chiama l'allenatore più famoso e affasciante del mondo, incantandoti con il suo storytelling, non c'è catena che possa trattenervi. Allegri prova le ultime carte, schierandolo titolare a Pechino nella finale di Supercoppa e contro l'Udinese alla prima di campionato. Ma alla fine di agosto arriva sul tavolo di Beppe Marotta l'offerta di 32 milioni (composita: 7 di prestito, 21 di riscatto e 4 di bonus assortiti) e quella cifra suona alle orecchie dell'amministratore delegato come la voce di Pep Guardiola per Coman. Per un diciottenne, che è solo un progetto di campione, 32 milioni sono tanti e l'affare con il Bayern viene concluso rapidamente.

Altro passo avanti: Coman segna il gol decisivo della finale di Champions e parte il treno dei rimpianti e delle critiche a chi non ha la pazienza di allevare i talenti. Per una riflessione seria sull'argomento bisognerebbe avere altri elementi a disposizione: nei cinque anni al Bayern Coman è stato titolare solo nel primo, poi ha faticato, punteggiando le stagioni con infortuni gravi e meno gravi (due volte il crociato) che gli hanno fatto saltare 69 partite e quasi 500 giorni di allenamenti. I tedeschi sono stati pazienti, lui è stato caparbio a superare la tentazione di mollare tutto (dopo l'ennesimo grave infortunio) e adesso si gode il momento. Ma Coman è veramente un fuoriclasse o solo un ottimo giocatore? Lasciate stare la partita di domenica (quando lo ritrova un addormentato come il Thilo Kehrer di Lisbona). Se è un grandissimo, lo decideremo nei prossimi due o tre anni: Coman ha 24 anni e ha davanti a sé le praterie per diventare un fenomeno o rimanere un giocatore che, prima del gol nella finale, aveva una valutazione di 40 milioni, solo 8 in più rispetto ai 32 pagati cinque anni prima.

Certo, quella pazienza nel coltivare un talento è un merito che il Bayern ha riscosso domenica sera e dovrebbe essere un pungolo, soprattutto ora nel progetto ringiovanimento juventino, che è iniziato quest'estate e che richiederà almeno un'altra sessione di mercato. Per portare a maturazione i talenti bisogna avere mano ferma, zero ansia, perseveranza e fiducia. E non solo la società, ma anche i suoi tifosi, soprattutto quelli che stracciano un giocatore al secondo passaggio sbagliato.

PS. Il prossimo Coman potrebbe essere Nicolò Fagioli, 19 anni, predestinato da un paio, ovvero da quando Allegri gli ha pronosticato un grande futuro. Servirebbe dargli fiducia, buttarlo nella mischia, crederci come il Bayern ha fatto con Coman. E poi vedere l'effetto che fa.

Non perderti i prossimi approfondimenti, registrati subito alla newsletter di Tuttosport.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Juve, i migliori video