Stadium, sfida aperta. Il Governo chiude, ma la Juve tornerà alla carica: può garantire la sicurezza

Il club bianconero, a seconda dell’avversario e del blasone della competizione, andrà a perdere dai 2 ai 4 milioni di euro per ogni incontro disputato a porte chiuse
Stadium, sfida aperta. Il Governo chiude, ma la Juve tornerà alla carica: può garantire la sicurezza© Marco Canoniero

TORINO - Come da copione: la Juventus ci proverà... fino alla fine. Le recenti dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte circa gli stadi («Riaprirli al pubblico sarebbe prematuro») non bastano a placare il pressing del club bianconero così come dalle altre società calcistiche. Del resto non si placano, le società, perché - conti alla mano - non sono nelle condizioni di farlo: non è possibile continuare a perdere introiti pesanti, se si vuole salvare il salvabile.

Un conto è terminare una stagione in emergenza (come accaduto appunto nel 2019-20) e un altro è rendere questo stato di emergenza costante e strutturale. Ricavi da abbonamenti, ricavi da biglietteria, ricavi da servizi aggiuntivi gare: la Juventus, a seconda dell’avversario e del blasone della competizione, andrà a perdere dai 2 ai 4 milioni di euro per ogni incontro disputato a porte chiuse, rispetto ad un normale andamento stagionale.

Stiamo parlando di una voce che incide per circa il 15 per cento sui ricavi operativi (player trading escluso). Nel 2018- 19 la Juventus ha fatto registrare ricavi da matchday per 72,7 milioni di euro.

Non a caso i dirigenti della Continassa - al solito reattivi e precursori in queste situazioni, come lo erano stati nel trovare un accordo con i calciatori sulla riduzione degli stipendi durante la sosta delle competizioni per la pandemia - avevano già preparato un Piano Sicurezza ad hoc che speravano di poter utilizzare già al debutto in campionato contro la Sampdoria.

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