© Juventus FC via Getty Images
Altro che texano dagli occhi di ghiaccio. McKennie trasuda l’entusiasmo di un bambino al parco giochi. E lo dice anche chiaro e tondo: «Convincermi a venire alla Juve? Mica hanno dovuto convincermi… Quando ho saputo dell’interesse della Juventus, sono stato subito favorevole: un club con la storia, ambizioso, di prestigio. La possibilità di avere un allenatore come Pirlo, che è stato un maestro. Eppoi i campioni che ci sono in squadra. Ronaldo lo prendevo ai videogiochi. Ma anche gli altri. Sono qua e mi viene voglia di chiedere autografi, foto». E con la naturalezza di un bimbo al lunapark - alla faccia del banale e “politicamente corretto” svela anche il suo idolo d’infanzia, non propriamente una bandiera bianconera: «Ammiravo moltissimo la classe di Totti».
Il ruolo
«Per me la posizione migliore, quella dove mi sento più a mio agio ed efficace, è centrocampista box-to-box, numero 8. Dove posso girarmi, portare palla in difesa. Questo è uno dei miei punti di forza. Ho parlato con Pirlo: gli piace il modo in cui gioco, la mia abilità nel recuperare il possesso palla. Ci siamo trovati sulla stessa lunghezza d’onda».
Stelle e strisce (bianconere)
«E’ un grande onore essere qui e giocare per questo club. Essere il primo statunitense mi rende molto orgoglioso. Sento di avere l’opportunità di venire e rappresentare il mio Paese. Far avvicinare i giovani al calcio, convincere molti bambini a intraprendere la strada del calcio. Io ero tentato anche dal football americano, ma a 11 ho scelto la mia strada».
Black lives matter
«Io ho cercato di avere un ruolo importante in Germania. Ora sono in un Paese diverso, porto avanti ugualmente quello in cui credo. Qui alla Juventus mi hanno mostrato grande sostegno anche in questo senso».