Suarez: ecco le verità della Juventus

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Suarez: ecco le verità della Juventus© Getty Images

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Della vicenda dell'esame di Suarez a Perugia abbiamo parlato molto. Adesso possiamo farlo con le risposte ufficiali della Juventus, che nei documenti dell'Assemblea dei soci di domani, ha spiegato a uno degli azionisti (Marco Bava) la posizione del club nel dettaglio.

«La Juventus non ha organizzato l'esame di Luis Suarez. Non sussiste alcun rischio per la Società». L'affermazione viene ribadita più volte a sgomberare l'equivoco che sia stata la Juventus a organizzare tecnicamente l'esame di italiano presso l'Università per stranieri di Perugia.
E questo è stato ricostruito più volte dagli stessi protagonisti che hanno spiegato come la Juventus, attraverso l'avvocato Maria Turco abbia fornito un servizio di consulenza allo staff di Suarez sulla modulistica e sulla burocrazia da espletare per l'iscrizione all'esame per del certificato B1 (indispensabile per l'ottenimento della nazionalità italiana da parte del calciatore uruguaiano, che era stato obiettivo di mercato juventino in un primo tempo, ma non lo era più quando ha affrontato l'esame, ora sotto indagine per presunte irregolarità).

Un'altra domanda dell'azionista Bava riguarda la presunta trattativa, emersa dalle indiscrezioni filtrate dagli inquirenti di Perugia, secondo le quali l'avvocato Turco avrebbe promesso una sorta di accordo in cambio della promozione di Suarez. Accordo grazie al quale presso l'Università per Stranieri di Perugia sarebbero passati altri calciatori (i Primavera nella fattispecie) che necessitavano della certificazione del livello di italiano. E la Juventus ribadisce in modo piuttosto duro: «Non è vero. Le frasi riportate non corrispondono al contenuto delle telefonate. Sono frutto di un racconto distorto ed effettuato improvvidamente da personaggi tenuti all'osservanza del segreto istruttorio».
La stessa Turco, d'altronde, aveva chiarito la cosa nel suo comunicato, spiegando come il riferimento al «portare altri calciatori» era stato decontestualizzato e non «assolutamente una trattativa o un'offerta».

Altra secca risposta viene data alla ricostruzione della vicenda, con la prima telefonata di Federico Cherubini, dirigente bianconero, al rettore dell'Università Statale di Perugia (l'altro ateneo del capoluogo umbro) che domandava le modalità per svolgere l'esame. Una circostanza chiarita e che rientra nel lavoro di recupero informazioni da girare allo staff di Suarez perché organizzasse l'esame per il calciatore. Dice la Juventus: «L'indagine in corso le coperte dal segreto come più volte ripetuto dal procuratore di Perugia, Dott. Cantone. La società è del tutto estranea alla vicenda dell'esame di Luis Suarez, esame che il giocatore ha deciso autonomamente di affrontare nonostante la Juventus avesse già comunicato lui e pubblicamente, la volontà di non tesserarlo. La Juventus non ha organizzato alcun esame per il calciatore Luis Suarez».

Ancora più netta è la risposta a un'ulteriore domanda sui possibili "favori" assimilabili alla corruzione che l'avvocato Turco avrebbe offerto all'Università in cambio di una promozione facile di Suarez, con particolare riferimento a inviti Vip allo Stadium o l'iscrizione all'Ateneo di giocatori della Primavera. «Trattasi di affermazioni diffamatorie che non corrispondono al vero», risponde la Juventus e ribadisce: «Gli avvocati della Juventus sono stati ascoltati in qualità di testimoni dal procuratore di Perugia ed hanno chiarito la completa estraneità di Juventus rispetta la vicenda dell'esame di Luis Suarez».

Definitiva, per quanto riguarda la Juventus, l'ultima risposta: «L'indagine in corso e su di essa vi è il segreto istruttorio. Ripetiamo che non vi è coinvolgimento di funzionari della società. Non è stata affidata alcuna organizzazione dell'esame all'avvocato Turco. Quando verrà meno il segreto istruttorio sulla vicenda sarà possibile fornire ulteriori elementi a piena conferma del corretto operato degli avvocati della società».

Dichiarazioni nette e senza margini di interpretabilità. Questo significa che la Juventus si sente particolarmente tranquilla sulla vicenda e che aspetta fiduciosa la fine delle indagini per fornire ancora maggiori chiarimenti. «Ma questa è la versione della Juventus, non è detto che sia quella vera», direte voi. Osservazione pertinente, ma considerato il contesto ufficiale nel quale sono state pronunciate, ovvero l'assemblea dei soci (seppure nella sua versione virtuale, causa Covid), comporterebbe un rischio notevole (anche a livello penale) sostenere falsità.

Nella vicenda Suarez la Juventus rischia solo in un caso: se emergesse dalle indagine una qualche pressione o, addirittura, corruzione da parte di un qualche rappresentante della società bianconera nei confronti dei dipendenti o dei professori dell'Università per Stranieri. Le risposte date all'assemblea dei soci sembrano scongiurare questa ipotesi.

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