Pirlo: "La squadra da battere? Il Milan"

Il tecnico della Juve alla vigilia della partita con il Sassuolo: «Bene a San Siro, ma se non vinciamo domani sarà stato tutto inutile»
Pirlo: "La squadra da battere? Il Milan"© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Vigilia di Juventus-Sassuolo, tre giorni dopo la squillante vittoria di San Siro sul Milan capolista, tra l'ansia Covid per le positività di Cuadrado, Alex Sandro e De Ligt e la necessità di tener vivo il piano rimonta scudetto. Andrea Pirlo vede così la partita di domani sera allo Stadium: «Sarà difficile, loro sono un'ottima squadra che gioca insieme da anni e poi l'allenatore è molto bravo nella costruzione del gioco. Noi dovremo fare attenzione nella fase di non possesso ed evitare di concedere loro dei varchi, perché sono bravi a uscire dalla pressione».

JUVE DA BATTERE - «Chi è primo in classifica è sempre la squadra da battere. Ora è il Milan, ma noi ci prendiamo le nostre responsabilità. Vinciamo da nove anni, quindi è normale sentire la pressione di dover vincere. Però io considero sempre la prima in classifica la squadra da battere».

LE SCELTE IN DIFESA - «Demiral e Chiellini stanno abbastanza bene. Demiral è più pronto, perché viene da più partite giocate quest'anno e magari può essere lui a partire dall'inizio domani. Giorgio sta molto meglio, è entrato l'altro giorno a partita in corso e si sta allenando con grande continuità. Sono sicuro che presto partirà dall'inizio anche lui. Ho quattro difensori più Di Pardo che è un Under 23 aggregato, un terzino che può fare l'esterno a destra e a sinistra: da questo gruppo farò le mie scelte, anche perché essendo in bolla non si potranno più prendere altri giocatori dall'Under 23 o dalla Primavera».

LE COSE DA MIGLIORARE - «C'è sempre qualcosa che si può fare meglio. Dove chiedo di migliorare è soprattutto nella forza mentale: noi nelle ultime due partite abbiamo fatto gol, però tante volte quando siamo in vantaggio andiamo con la testa tra nuvole. Perciò chiedo maggiore concentrazione quando sblocchiamo la partita. Sono quei momenti in cui è importante dare continuità. Ecco, la forza mentale è qualcosa che va migliorata in questo momento».

SAN SIRO LA SVOLTA? - «È stata una bella vittoria, importante, in un momento importante. Però se non vinciamo domani il successo di mercoledì non servirà a niente. Il Sassuolo è un'ottima squadra: se non facciamo risultato la vittoria di San Siro passerà in secondo piano, come se non fosse stata una vittoria».

MEGLIO AFFRONTARE LE BIG? - «Non deve essere sempre così, le partite devono essere tutte uguali per noi, sia che si giochi contro il Sassuolo che contro Milan o Barcellona. La voglia di raggiungere il risultato deve essere uguale tutte le domeniche, andiamo avanti lungo il nostro percorso di vittorie e poi ad aprile vediamo a che punto saremo. E i punti in palio domani sono importantissimi, anche più di quelli di mercoledì».

KULUSEVSKI - «Sta bene, l'altra sera è entrato e ha fatto bene. Le ultime volte non era stato sempre così, perciò gli ho fatto i complimenti. Finalmente ho rivisto il giocatore di inizio stagione. Domani vedremo se ci sarà dall'inizio oppure a gara in corso, non abbiamo tante soluzioni alternative in attacco, per cui potrebbe essere un'arma in più per noi durante la partita».

I CASI COVID - «Il virus e il recupero dei giocatori come De Ligt condiziona me come tutti gli altri allenatori. Sappiamo che ogni giorno può capitare un positivo, fa parte della vita. Ma i problemi sono altri. Il recupero cambia da soggetto a soggetto, possono stare fermi da dieci giorni a venti, trenta o più. In base agli stimoli, si valutano i tempi di recupero. Per ora i positivi sono tali».

LEZIONE AI GIOVANI - «Se ho fatto un discorso ai giovani? Sì, anche stamattina c'è stata una riunione in cui abbiamo messo alcuni punti su quello che deve essere il loro cammino nella Juventus. Perché se non vinci domani... Soprattutto i giovani elogiati dopo il Milan devono capire che quanto fatto due ore prima deve essere subito dimenticato, non conta niente. Se lo mettano bene in testa, funziona così quando giochi nella Juve».

MORATA - «Sta meglio, si è allenato a parte, ha iniziato a fare qualcosa in più sul campo. Vediamo domattina se sarà utile almeno portarlo in panchina e se sarà quindi a disposizione a partita in corso».

MERCATO - «Ora ho altri problemi, soprattutto per il Covid. Il problema del quarto attaccante non l'abbiamo, come ho detto l'altra volta se ci saranno occasioni le valuteremo».

CHIESA - «Sta bene, ha avuto un problema all'anca l'altro giorno e ha chiesto di uscire, altrimenti sarebbe rimasto in campo per tutta la partita. Gli si era bloccata un po' l'anca, ma è tutto a posto, siamo riusciti a recuperarlo. Il suo rendimento non mi ha stupito, perché l'ho voluto io, conoscevo le sue qualità e quello che poteva darci. Può migliorare ancora tanto, ha 22 anni, non ha ancora fatto niente. È il prototipo del grande campione, ma deve crescere e migliorare, perché se giochi nella Juve devi dimostrare sempre di essere bravo. San Siro non deve essere per lui un punto di arrivo, ma di partenza, in vista di tante prestazioni fatte in quel modo».

ARTHUR - «Sta meglio, purtroppo è stato “spappolato” nel corso della partita con l'Atalanta e ha preso una botta per la quale ha dovuto togliere sangue dalla gamba. Per un po' non l'ho avuto per questo motivo. Tornato dalle vacanze, aveva ancora dolore, quindi il suo è stato un periodo più lungo di ripresa. Stava bene, aveva fatto ottime gare, poi c'è stato questo brutto stop. Ora ha recuperato, ha ripreso la condizione. Può giocare con chiunque, è un ragazzo che conosce il calcio e capisce i momenti delle partite».

BERNARDESCHI - «Sta bene, purtroppo mi spiace per il fatto che non sia sono riuscito a farlo giocare dall'inizio con continuità. Ma si sta allenando bene, quando è entrato in campo ha sempre dato il cento per cento e questo è importante. Vuol dire che è un giocatore affidabile in ogni momento della partita. Avrà le sue chance, anche se magari in questo periodo ho preferito usare altre soluzioni. Ci darà sicuramente una grande mano».

PIRLO, DE ZERBI E LA NEW WAVE - «Ho un bel rapporto con Roberto: siamo bresciani, abbiamo la stessa età, però lui allena da molti più anni e ha già fatto un bel percorso. Ci siamo sentiti spesso prima che io diventassi l'allenatore della Juve, abbiamo fatto sempre bei discorsi di calcio. Ci sono altri allenatori molto giovani e bravi in Europa, come Nagelsmann del Lipsia, lo stesso Xavi che lavora in Qatar, Gerrard in Scozia, Lampard: tanti bravi tecnici giovani che stanno facendo il loro percorso».

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