Juve, il perché della svolta di Arthur

Pirlo lo ha consacrato nel cuore del centrocampo la fianco di McKennie. Il tecnico ci è arrivato perché non aveva tempo per lavorare con la squadra
Juve, il perché della svolta di Arthur© Pegaso Newsport

TORINO - Dopo la finale di Supercoppa e le partite contro il Bologna e la Samp, lo stesso Pirlo ha consacrato Arthur nel cuore nel centrocampo e McKennie al suo fianco (per lo meno sullo schema iniziale, perché poi l’americano lo trovi ovunque, non solo di fianco al brasiliano). Il terzo può essere indifferentemente Rabiot o Bentancur, l’importante è che ci siano quei due, perché tutto ha un andamento più logico. Perché Pirlo ci è arrivato solo alla fine del girone di andata?

Il motivo

Perché Pirlo non ha mai avuto tempo di lavorare con la squadra. Non c’è stato precampionato, non ci sono state amichevoli, non ci sono state settimane vuote, così fra vigilie e sedute defaticanti, nei primi sei mesi di gestione della Juventus il nuovo tecnico ha avuto 24 giorni di allenamento effettivo (ovviamente sparpagliati), quelli che in una stagione normale si hanno, tutti di fila, nel mese precedente all’inizio del campionato. La differenza fra la Juventus e le altre prime dieci della classifica è che si tratta del’unica squadra ad aver cambiato guida tecnica e il fattore tempo è cruciale per chiunque alleni. La forza della Juventus e la bravura di Pirlo hanno fatto sì che, nonostante questo, la squadra sia ancora in corsa per il titolo, mentre sta trovando certezze tattiche e la posizione degli interpreti chiave. Non è un dettaglio e se ne deve tenere conto nell’analisi complessiva. 

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