Camoranesi: “Juve, Chiesa è super. Ne servono 3 come lui”

L’ex centrocampista dei bianconeri: «Il blocco azzurro è fondamentale e deve essere rafforzato con dei titolari come l’ex viola»
Camoranesi: “Juve, Chiesa è super. Ne servono 3 come lui”

TORINO - Primo in classifica, ma esonerato dagli sloveni del Maribor. Mauro German Camoranesi nelle scorse settimane ha vissuto una bruciatura simile a quella subita dalla Juventus contro il Porto. L’ex campione del mondo bianconero ha già voltato pagina, proprio come Andrea Pirlo. «La rabbia è passata - racconta Camoranesi -, queste situazioni rientrano nel percorso di ogni tecnico. Penso già alla prossima opportunità. Mi piacerebbe allenare in Italia, ma sono aperto a qualsiasi esperienza».

Domenica, in Juventus-Benevento, si affrontano due suoi compagni del trionfo Mondiale 2006: Pirlo e Pippo Inzaghi. Chi l’ha sorpresa maggiormente?
«Andrea è alla prima esperienza. Pippo, invece, ha già svolto un bel percorso, vincendo in Serie C e in B. Vederli contro fa sempre un po’ strano perché, oltre che ex compagni, sono amici. A me è sempre piaciuto molto giocare con entrambi. Pirlo è Pirlo. E Inzaghi era un attaccante propositivo, sempre pronto a scattare».

Cosa ha pensato dopo l’eliminazione della Juventus negli ottavi di Champions contro il Porto?
«A parte il dispiacere, mi ha sorpreso vedere una squadra eliminata nonostante i quattro gol segnati tra andata e ritorno. La Juve ha regalato almeno 3 gol, ma è stata anche un po’ sfortunata».

La società ha confermato Pirlo e il progetto giovani: concorda?
«È giusto andare avanti con Andrea. È un ragazzo intelligente e conosce alla perfezione le esigenze dei giocatori. Allenare non è semplice in assoluto, poi molto dipende anche dai calciatori a disposizione. Più sono forti e più è facile far bene. Conta più quello dell’età: è importante avere un mix tra giovani e vecchi».

Che idea si è fatto sul futuro di Cristiano Ronaldo?
«Se resta sono contento per la Juventus. Ma se Cristiano dovesse decidere di andare via, sono convinto che i dirigenti lo rimpiazzeranno con un altro attaccante di valore».

In difesa il passaggio del testimone è già cominciato con De Ligt: impressioni?
«De Ligt è fortissimo, già oggi mi sembra a un livello superiore. L’olandese ha tutto per gestire al meglio il dopo Chiellini-Bonucci».

Da ex jolly di centrocampo e allenatore, ha capito quale potrebbe essere il vero ruolo di Kulusevski?
«Vedo un gran talento, bravo a giocare un po’ ovunque. Sinceramente nemmeno io ho ancora capito quale possa essere la posizione ideale per lui. Una cosa è certa: avere calciatori duttili è un vantaggio, non il contrario».

Stupito da Chiesa?
«Sono sincero: un impatto devastante come quello degli ultimi mesi non me lo sarei aspettato così presto. Si vede che è un ragazzo con una gran fame e una straordinaria voglia di calcio. Ne servirebbero altri tre come lui...».

In che senso?
«La Juventus ha bisogno di giocatori italiani e di rafforzare il blocco azzurro, proprio com’è nella tradizione del club. Ma servono dei titolari come Chiesa, non delle alternative».

Ha qualche idea oltre a Locatelli del Sassuolo?
«Nomi preferisco non farne, non sono un dirigente...».

L’Inter ha già ipotecato lo scudetto o pensa che la Juventus possa ancora compiere una rimonta clamorosa?
«I bianconeri possono anche riuscire a vincerle tutte di qui alla fine. Però il campionato, a questo punto, può perderlo soltanto l’Inter. I nerazzurri hanno uno stile perfetto per lo scudetto...».

Spieghi pure...
«Conte è una garanzia per vincere i campionati: le sue sono squadre toste, solide. In Champions, invece, Antonio non è un ragazzo fortunato».

Lei non ha mai creduto troppo al Milan nemmeno quando Ibrahimovic e compagni erano in testa da soli: perché?
«Mi aspettavo un calo perché mi è sempre sembrata un’ottima squadra, ma non ancora attrezzata per vincere. Il Milan attuale mi ricorda l’Inter dello scorso anno. Infatti sono convinto che i rossoneri, dopo la base costruita in questa stagione, nel prossimo campionato lotteranno veramente per lo scudetto se si completeranno sul mercato. Hanno bisogno di due attaccanti».

La Juventus, avesse avuto Dybala disponibile per più partite, sarebbe ancora in testa al campionato?
«Paulo avrebbe dato una mano, su questo non c’è dubbio. Ma nessun giocatore cambia l’equilibrio di una stagione».

Dopo l’esperienza alla guida del Maribor, c’è un talento sloveno che consiglierebbe a Paratici?
«A me piace molto Repas del Maribor. È un tuttocampista piccolino, potente e con un buon tiro. Non so se sia da Juve, ma sicuramente è pronto per la Serie A».

In attesa di una nuova avventura in panchina, quali allenatori sta studiando maggiormente?
«Più che i tecnici, guardo i giocatori. Noi allenatori chiacchieriamo, ma poi la differenza la fanno sempre i calciatori».

Cosa guarda nei giocatori?
«I tempi di soluzione delle giocate: cioè, se sono veloci di pensiero e se fanno le scelte giuste».

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