La «cocumella» è un'invenzione. L'esame di Suarez è davvero così farsesco?

Il video del famigerato test di Suarez all'Università per stranieri di Perugia è abbastanza diverso da come è stato raccontato. Il giocatore tentenna, ma non commette gli errori ridicoli ricostruiti mediaticamente in questi nove mesi. Restano gli altri aspetti poco edificanti della vicenda che la Magistratura appurerà, ma in questo caso la narrazione ha alterato la realtà
La «cocumella» è un'invenzione. L'esame di Suarez è davvero così farsesco?© ANSA

TORINO - Sono diciannove minuti di video, l'audio è pessimo e i contenuti non esattamente brillanti come in un podcast di Barbero, ma alla fine ci si sente comunque in dovere di sorbirseli tutti perché, in fondo, sono nove mesi che si parla di quell'esame e, alla faccia di qualsiasi legge sulla privacy e segreto istruttorio, adesso è saltato fuori il filmato. Così prendono corpo e suono le famigerate risposte di Luis Suarez, il centravanti uruguaiano che la Juventus voleva ingaggiare quest'estate, poi rinunciandovi proprio perché l'indispensabile cittadinanza italiana sarebbe arrivata troppo tardi rispetto ai tempi del tesseramento. Insomma, finalmente è on line «L'esame farsa», titolo intrigante, anche se la trama è stata spoilerata da mesi di anticipazioni che lasciavano presagire risate e indignazione di fronte alla «totale ignoranza dell'italiano» da parte del bomber raccomandato.

LA BARZELLETTA - Ma, alla fine il video... è una profonda delusione. La «barzelletta», che ci avevano raccontato grazie agli stralci dell'indagine pubblicati sui giornali, non fa poi ridere più di tanto. Doveva essere il «Noio volevam savuar» del terzo millennio, e invece si rivela un esamino di modesta difficoltà, nel quale tuttavia Suarez si barcamena senza perdere la dignità, anzi.


FARSA O NO? - E se non è dato sapere con esattezza quale sia la soglia minima per superare quel test, il vocabolario ci aiuta con il significato di "farsa": «Avvenimento da non prendere sul serio, situazione insensata e ridicola; buffonata, pagliacciata». E no, l'esame di Suarez non è niente di tutto ciò. E' stato probabilmente organizzato in modo da semplificare la promozione del candidato vip (il che, se dimostrato, è indubbiamente un reato), ma il video mostra uno straniero che comprende bene l'Italiano, conosce le parole per descrivere la sua famiglia, azzecca perfino la coniugazione di alcuni verbi («La mamma indossa una camicia rossa, i bambini indossano una camicia celeste»). Per carità, tentenna e infila qualche spagnolismo, ma - per esempio - quando gli scappa un «hermanos» si corregge subito dicendo «fratelli». Insomma, se dare un voto spetta ai professori, tutti gli altri possono esprimere un giudizio che può essere più o meno severo, ma necessita di una buona dose di cattiva fede per arrivare a usare la parola «farsa», senza tradire il vocabolario. Viene smontata dal video perfino quella che doveva essere la battuta più efficace (l'equivalente del «So' Lillo» dell'esame di Suarez), il passaggio in cui il bomber coniava lo strambo e comico «cocumella», termine che ha fatto la fortuna di decine di titoli dileggianti. Suarez sta descrivendo una famiglia che fa la spesa e dice: «Il bambino porta la cocomera», per poi essere corretto da uno degli esaminatori con «cocomero» (nonostante in alcune regioni italiane avrebbero tranquillamente accettato la versione femminile, errata ma diffusa). E la cocumella? L'esilarante neologismo diventato la parola d'ordine di tutto l'esame farsa? Un errore di trascrizione dell'intercettazione ambientale.


TRA RACCONTO E REALTA' - Eppure le parole dovrebbero essere importanti, soprattutto in un frangente giuridico. La definizione di «farsa» o l'invenzione di «cocumella» sono dettagli narrativi che colorano il racconto e ne indirizzano la percezione. Particolari che, reiterati decine e decine di volte dai media, ottengono l'effetto subliminale di essere accettati da tutti come verità indiscutibili.


PALLA AI GIUDICI - Ora, non si può affermare che Suarez conosca bene l'italiano. E, soprattutto, non si può affermare che in questa poco edificante vicenda non siano stati commessi reati, perché lo deve stabilire la Magistratura. Ma dopo i 19, noiosissimi, minuti del video con l'esame di Suarez è possibile smentire la narrazione che, ricostruendo quella circostanza ha usato parole e aggettivi sbagliati per saturare i colori, nella realtà assai sbiaditi, di quella che è una prova di un processo penale, non uno sketch comico. E anche su questo sarebbe interessante conoscere il parere dei giudici.

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