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Se la follia non è condizione comune a tutti e non è unanimemente comprensibile, caro Gigi Buffon, noi ci proviamo comunque. Cerchiamo di capire quale tipo di follia trascini un 43enne già sul trono dei portieri più forti del mondo a esibire altre prodezze del suo infinito repertorio, come la respinta su Palomino all’alba di Atalanta-Juventus: fosse stato gol, forse, la Coppa Italia avrebbe preso un’altra strada. Cerchiamo di capire cosa spinga il numero 1 dei numeri 1 a rimettersi in gioco, a voler cambiare la sua “comfort zone” per la terza volta negli ultimi tre anni, nonostante abbia vinto tutto (oddio, la Champions solamente in sogno) e sospinto da una forza d’animo da fare invidia a polentoni, poltroni, ignavi o fannulloni di questo mondo.
Cerchiamo, infine, di capire perché Gigi è così folle da vagheggiare il futuro e scovare in esso una traccia non ancora perlustrata in 26 anni di carriera. Ed è qualcosa di talmente folle da scatenare follie anche in ambienti storicamente vicini alla sua persona: ieri, per dire, a Parma s’è scatenata l’attesa per un’ipotetica venuta bis di Buffon dopo che il patron Krause aveva accennato sui social all’ingaggio di un colpo italiano. Chissà, forse la proposta folle sarà proprio quella del ritorno in Emilia...
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