Pirlo-Juve, il Maestro e la Signora

Pirlo-Juve, il Maestro e la Signora© /Ag. Aldo Liverani

Al di là dei poco sibillini riferimenti letterari, evidentemente indirizzati verso la Continassa, ha ragione la signora Valentina Baldini, compagna di Andrea Pirlo: la classe non è acqua e l’ex allenatore della Juve, di classe da vendere, ne ha sempre avuta. Lo ha dimostrato anche nel momento più amaro della sua prima esperienza sulla panchina di una squadra di Serie A. La più ambita e la più rischiosa, considerato che nel 2019 la Juve ha esonerato Allegri, nel 2020 Sarri e nel 2021 Pirlo, nonostante il primo e il secondo avessero vinto lo scudetto e il terzo abbia allineato la Supercoppa di Lega e la Coppa Italia al J Museum. Un giorno, se ne avrà voglia, il Maestro racconterà come mai sia finita così male un’avventura cominciata così bene, ma oggi è il tempo di rendergli onore per ciò che comunque è riuscito a fare in una stagione terribilmente complicata; per ciò che comunque ha vinto e per ciò che comunque ha detto all’atto del congedo.

«Quando sono stato chiamato dalla Juventus non ho mai pensato al rischio che correvo, sebbene fosse abbastanza evidente. Ha prevalso il rispetto per i colori di questa maglia e la volontà di mettermi in gioco ad altissimi livelli per il progetto che mi era stato prospettato». E ancora: «Se dovessi tornare indietro, rifarei esattamente la stessa scelta, pur consapevole di tutti gli ostacoli che ho incontrato legati ad un periodo così difficile per tutti, che mi ha impedito di pianificare al meglio le mie intenzioni e il mio stile di gioco, ma durante il quale ho comunque raggiunto gli obiettivi che mi erano stati chiesti». Parole soppesate a una a una, come il successivo riferimento «a un finale che non mi aspettavo», da cui trapela il disappunto per un esonero esorcizzato soltanto cinque giorni fa, a qualificazione Champions raggiunta («Certo che mi confermerei, io vorrei continuare, deciderà la società»). La società ha deciso, ma non come Pirlo desiderava. Egli avrà tempo e modo per raccogliere le nuove sfide da allenatore. Qui s’impone l’elogio dell’uomo. Della sua passione, che lo indurrebbe a rifare esattamente la stessa scelta. Della sua onestà intellettuale, che nei momenti più delicati della stagione l’ha sempre indotto a non accampare scuse, a non cercare alibi, a non scaricare responsabilità sulla squadra né tantomeno sulla società della quale ha assecondato la strategia di rinnovamento radicale con i nove under 25 messi a sua disposizione all’inizio dell’avventura. Pirlo ha pagato il pedaggio imposto al debuttante assoluto. Parafrasando Muhammad Ali, non c’è niente di male a cadere da una panchina, ma è sbagliato rimanere a terra. Il Maestro si rialzerà presto.

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