Senza Ronaldo e Paratici è la Juve di Marotta

Il dirigente aveva espresso perplessità sui costi dell’affare Ronaldo. Dopo l’addio da Torino, il gelo con il suo ex braccio destro operativo
Senza Ronaldo e Paratici è la Juve di Marotta© ANSA

Questa sera a San Siro l’Inter di Beppe Marotta affronterà una Juventus molto simile a quella che sarebbe stata se Beppe Marotta fosse rimasto al timone della dirigenza bianconera. Il rapporto tra il club piemontese e il dirigente di Varese si è interrotto tre anni fa. Adesso Marotta ritrova la squadra, con cui ha aperto un ciclo, senza le cause scatenanti della separazione. Questo triennio ha dato ragione alle scelte caldeggiate dall’attuale amministratore delegato dell’Inter. A partire dall’affare Cristiano Ronaldo.

No a Ronaldo

Marotta si era opposto all’ingaggio del portoghese, per ragioni finanziarie più che tecniche. Riteneva che il faraonico stipendio da 30 milioni netti avrebbe fatto saltare il banco di un bilancio fino a quel momento gestito in modo oculato. Senza che i benefici apportati dall’arrivo di CR7 potessero bilanciare il maxi-esborso annuale. I fatti hanno certificato questa lettura. I conti della Juventus sono entrati in sofferenza, ovviamente peggiorati dall’effetto della pandemia. Ma le prime crepe sono iniziate con l’operazione Ronaldo. Con il corollario della mancata interruzione del sortilegio Champions League, vero obiettivo dell’acquisto dell'ex attaccante del Real Madrid. Invece sono arrivate due eliminazioni agli ottavi e una ai quarti. Così Ronaldo ha lasciato con un anno di anticipo sulla scadenza del contratto per ragioni economiche e sportive. Due mesi prima del portoghese, aveva salutato Fabio Paratici, per anni fedelissimo braccio destro di Marotta, al comando dell’area sportiva bianconera dopo la partenza del mentore.

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