Juve, c'è qualcosa che si può salvare?

I bianconeri sono nel momento più buio degli ultimi 10 anni: Allegri è chiamato a un lavoro enorme, ricostruire la squadra prima caratterialmente e poi tatticamente
Juve, c'è qualcosa che si può salvare?© LAPRESSE

TORINO - Il buio è così pesto che nessuno riesce a capire quanto è lungo il tunnel nel quale la Juventus si è maldestramente infilata. Massimiliano Allegri, il cui umore è altrettanto nero, cerca rifugio nella lucidità e si ripropone una severa analisi su cosa non va e cosa va in questa Juventus, nella speranza di accendere, se non un faro, almeno un cerino. Ma c'è qualcosa da salvare in questa Juventus? Serve mente freddissima per rispondere sì. La terrificante prestazione di Verona, che non si redime con gli ultimi dieci minuti di cuore (e solo cuore), pone davanti a uno scenario inquietante. Alla Juventus è mancata la consapevolezza di cosa stesse andandosi a giocare ed è un prima spaventosa osservazione, perché un inizio così agonisticamente leggero non lo si può avere nelle condizioni in cui si trovava la squadra già prima del fischio iniziale. A cascata sono venuti meno ritmo, intensità e cattiveria. Il tutto in un contesto tattico ancora molto confuso per cui nessuno è riuscito ad appoggiare le proprie paure (dopo il primo gol di Simeone si è sparso il terrore fra i bianconeri) su qualcosa che possa suggerire una soluzione sicura nel momento in cui la paura appanna la mente. Questo quadro, di per sé già fosco, è aggravato dalla mancanza di un numero congruo di giocatori con il carattere sufficientemente forte per trascinare i compagni: Chiellini e Bonucci sono là dietro, davanti a loro il vuoto.

Juve, da dove ripartire

E quindi, c'è qualcosa da salvare? Sì, qualcosa c'è. Il disastro di Verona e quello di mercoledì contro il Sassuolo non possono cancellare il processo di crescita che la squadra nel periodo fra il 22 settembre e il 20 ottobre, vincendo sei partite di seguito, quattro delle quale senza subire gol. Sembra che la Juventus stesse risorgendo. Ora può sembrare un'illusione, ma in quei trenta giorni la Juventus aveva capito la prima fondamentale regola di Allegri: ci si difende tutti insieme, si vince tutti insieme. Non è possibile che questo concetto si sia sgretolato tutto ad un colpo e il lavoro svolto per costruirlo non è stato buttato via. La Juventus deve aggrapparsi a quella boa, perché dalla fase perché dalla fase difensiva Allegri ha sempre costruito le sue squadre vincenti. Da salvare, poi, resta la rosa che ha chiaramente dei limiti e che evidenzia qualche pecca nell'allestimento (inteso come campagne acquisti e cessioni degli ultimi tre anni), ma non e una rosa «da metà classifica» (per citare Allegri).

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