Juve, Allegri e l'arte dell'attacco arrangiato

La ricetta dell'imprevedibilità: Morata, Dybala e Chiesa liberi di muoversi
Juve, Allegri e l'arte dell'attacco arrangiato© ANSA

"Davanti si arrangino". Massimiliano Allegri ama giocare con l’etichetta di allenatore che «non dà gioco» o «identità» che i suoi detrattori gli appiccicano e per la quale lo attaccano. «Mi diverto», risponde non a caso quando gli viene chiesto cosa pensa delle critiche più feroci. Si diverte, per esempio, a ostentare la mancanza di organizzazione e soprattutto di “schemi” che gli viene imputata, quando in realtà le sue squadre (non ancora, o non sempre, la Juventus attuale) in campo sanno bene cosa fare. Anche se è un sapere frutto della capacità di leggere le situazioni (che è quella che Allegri allena) e non di un copione mandato a memoria.

Il «si arrangino» con cui ha descritto l’assetto dell’attacco bianconero visto contro la Fiorentina e che vedremo dopo la sosta rientra in questo gioco dialettico e, se è nuovo il termine, non lo è il concetto: «Giochiamo 4-3 e poi vediamo là davanti che casino facciamo», aveva detto ad esempio alla vigilia di Juventus-Valencia del 27 novembre 2018, decisa da un tocco sottomisura di Mandzukic su cross basso di Ronaldo , mentre il terzo “casinista” Dybala era appostato più indietro. Una libertà di movimento degli attaccanti che il tecnico bianconero ama (ma non solo lui: «negli ultimi 30 metri lascio molta libertà», sottolineò ad esempio Sarri nella sua presentazione alla Juventus) e che era funzionale a un reparto in cui c’erano «il miglior centravanti del mondo senza essere un centravanti», come Allegri definiva Ronaldo, un centravanti capace di fare anche il terzino come Mandzukic e un fantasista come Dybala. Una libertà di movimento ancor più funzionale, quasi indispensabile, per il reparto offensivo della Juventus di oggi: dove oltre a non esserci più il miglior finalizzatore al mondo non c’è neppure un centravanti capace di fare da punto di riferimento spalle alla porta come era Mandzukic. «I tre davanti che si arrangino, che si muovano: questo magari crea imprevedibilità, perché comunque Chiesa va sfruttato per le caratteristiche che ha, Dybala lo stesso, Morata comunque ogni tanto quando va spalle alla porta fa bene, ma se ci gioca tutta la partita fa più fatica». Così come fa fatica Kean , non ancora abbastanza pulito tecnicamente per controllare e smistare la palla con la pressione del difensore alle spalle, mentre Kaio Jorge ha dato l’idea di possedere le doti necessarie, ma è ancora troppo acerbo. Da qui la decisione di lasciare che i tre davanti «si arrangino», scambiandosi posizioni e compiti, dando modo a tutti di attaccare la profondità, tagliare dal centro verso la fascia o dalla fascia in area, così come di andare incontro al compagno con la palla per riceverla addosso.

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