Juve, Morata: "Quanto odio su di me, non volevo più alzarmi dal letto"

L'attaccante spagnolo racconta le minacce a Euro 2020 e il suo momento attuale: "Ho passato periodi brutti. Il gol che manca? Non sono stato bene fisicamente"
Juve, Morata: "Quanto odio su di me, non volevo più alzarmi dal letto"© Marco Canoniero

Alvaro Morata racconta il momento della sua carriera, tra Juventus e nazionale spagnola, in un'intervista a El Pais: "Siamo tutti sotto pressione - dice a proposito della stagione con i bianconeri - io forse di più perché sono in prestito. Ma quando sei padrone del tuo destino, l'unica cosa che puoi fare è lavorare". Appena due gol in campionato, l'ultimo il 19 settembre contro il Milan, l'attaccante spagnolo sa di godere ancora della fiducia di Allegri, che lo ha difeso più volte pubblicamente: "Sono stato quasi un mese fuori - le sue parole nel tentare di spiegare il suo rendimento - per la fretta di tornare non sono stato bene fisicamente. Ho dovuto lavorare molto per la squadra e non avevo la lucidità necessaria per segnare. Nelle ultime partite ho giocato a sinistra, quasi da esterno. Ma l'importante è giocare e fare quello che mi chiede il mister. Ovviamente mi piacerebbe giocare meglio e fare più gol, ma, prima dell'infortunio, stavo bene; ho fatto fatica a recuperare".

L'odio su Morata a Euro 2020

Dei suoi gol ha bisogno anche la Juve, settima e 14 punti da Milan e Napoli, prime in classifica: "In campionato non stiamo vivendo un bel momento, ma c'è un grande gruppo. E' molto difficile risalire fino ai primi posti, ma in passato ci siamo riusciti. Dobbiamo essere oggettivi, dimenticarci delle cose che non si possono fare e cercare innanzitutto di tornare in zona Champions, da lì poi guardare avanti". Morata è poi tornato su quanto vissuto in estate, quando è diventato il capro espiatorio della nazionale spagnola a Euro 2020, fino a ricevere minacce di morte: "Se non fosse stato per il mister e i miei compagni, l'avrei vissuta anche peggio. Penso sempre al fatto che se avessimo battuto l'Italia, col nostro gioco avremmo avuto molte possibilità di superare anche l'Inghilterra. Ma ci siamo guadagnati il rispetto di avversari e tifosi. I fischi? Non fanno mai piacere. Nessuno è perfetto, non siamo macchine e so quello che ci si aspetta da me. Ci sono cose in cui dobbiamo fare dei passi avanti, come nell'odio che certe volte si mostra. Ho visto genitori, che erano assieme ai figli, con le facce arrabbiate ed è quello che trasmettono ai bambini. Ma credo che qualcosa stia cambiando, che la gente si stia rendendo conto che ci sono dei limiti. In campo possono insultarmi, sputarmi, ma non quando sono fuori a passeggiare con mia moglie o i miei figli. Ci sono stati momenti in cui non avevo voglia nemmeno di alzarmi dal letto. Ho detto spesso che ho passato molti momenti brutti e, con un'altra mentalità, magari sarei potuto essere un giocatore migliore, ma ho anche grande forza di volontà per uscire dai momenti bui, altrimenti non avrei avuto la carriera che ho avuto".

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