Juve, i segreti di Gatti: i numeri del difensore del futuro

Parla Javorcic, che lo lanciò nel professionismo: "Vi spiego perché merita la maglia bianconera"
Juve, i segreti di Gatti: i numeri del difensore del futuro

Ormai, Frosinone è diventata Gattilandia: tutti pazzi per il difensore di Chieri acquistato la scorsa estate dal dg Angelozzi per 150mila euro e rivenduto alla Juve, nelle ultime battute del mercato di gennaio, per 10 milioni, lasciando il ragazzo in prestito fino a giugno al club ciociaro.

Quella canzoncina

Tutti pazzi per lui, al punto che l’ultima prodezza di Federico Gatti, a Frosinone è stata riletta alla luce della celebre canzoncina, “44 gatti in fila per 6 col resto di 2”. Perché c’è una curiosa coincidenza che ha fatto sorridere i tifosi ciociari che non smettono di amarlo nonostante sappiano già che se lo godranno ancora per pochi mesi: sabato scorso Gatti ha sbloccato la gara col Vicenza segnando al minuto 44, indossando la maglia numero 6 (quella che un tempo apparteneva ai grandi liberi), per una vittoria finale del Frosinone con 2 reti (a zero).

La vita cambiata? No

Eppure Gatti aveva appena vissuto la settimana più intensa della sua vita, con la firma per il più prestigioso club d’Italia - quando nel 2020 giocava ancora nei dilettanti - con la prima visita allo spogliatoio bianconero da cui ha ricevuto una calorosa accoglienza. C’era insomma molta curiosità a Frosinone su come poi Gatti si sarebbe ripresentato, poche ore dopo, di nuovo in Serie B. Magari distratto da tanta attenzione? Al contrario, Gatti ha disputato la sua migliore partita stagionale: non solo il gol, frutto della sua caparbietà agonistica, il 4° stagionale, -miglior difensore della B anche fra i marcatori - ma una prova da categoria superiore, in linea con le precedenti, aggiungendo anche la perla di una discesa palla al piede per 60 metri, partendo dalla propria trequarti, che avrebbe meritato miglior fortuna.

L'impietoso paragone

E dopo una partita così, fa effetto paragonare il rendimento di Gatti a quello dell’altra stella nata in quest’ultima Serie B, l’attaccante Lorenzo Lucca da Moncalieri, che sarà pure destinato ai grandi club ma che in B è fermo a 6 gol, per il Pisa non segna dal 2 ottobre e sabato, ad Alessandria, è subentrato all’89’: eppure, quello che è stato ceduto è stato Gatti, non Lucca che resta a tutti gli effetti un giocatore del Pisa, seppur corteggiatissimo.

Lui lo conosce bene

Durante la trasmissione Kick Off, in onda su Extra Tv, abbiamo conversato di Gatti con chi lo conosce bene: Ivan Javorcic, ex calciatore di Brescia, Crotone e Treviso e ora allenatore rivelazione in Serie C al Sudtirol, a sorpresa (ma non troppo) in testa al girone C con 7 punti di vantaggio sulla (ex) favorita Padova (possono diventare 10 se oggi vince il recupero in casa della Virtus Verona), grazie anche alla miglior difesa d’Europa, solo 5 gol al passivo. Javorcic, dunque, di fase difensiva evidentemente se ne intende e nella passata stagione, quando guidava la Pro Patria, tenne proprio a battesimo Federico Gatti nel calcio professionistico. "Federico si merita la Juve - ha detto Javorvic - per la fame che ha, per la “cattiveria” agonistica con cui gioca, entra deciso ma è sempre corretto, pulito. Già dai tempi della Pro Patria si vedeva che lavorava per costruire per sé e la sua famiglia una carriera importante. La sua è una bella storia da raccontare, un messaggio forte al nostro mondo per come ha lottato, facendo quando era dilettante anche tanti lavoretti, pur di emergere. Quando arrivò alla Pro Patria pescato dal ds Turotti al Verbania, si parlava molto bene di lui ma andava verificato, provenendo dai dilettanti. Devo dire che il suo arrivo, all’inizio, fu favorito dall’infortunio di un compagno, se no c’era la possibilità che fosse restituito al Verbania in D. Però anche l’anno scorso successe subito quel che è accaduto quest’anno in B: ci accorgemmo subito che la categoria gli era stretta. Per la personalità con cui gioca, per la ferocia che ci mette in marcatura, rendendolo unico. E sabato scorso si è avuta la conferma del suo valore: aveva appena vissuto la settimana più “folle” della sua vita, eppure in campo è stato ancora una volta il migliore, questo vuol dire saper controllare al meglio la propria emotività, avere insomma la stoffa giusta". (...)

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