Juve, inchiesta plusvalenze: ascoltati Cuadrado, Bonucci e Chiellini

Il colombiano e i due difensori hanno parlato con i magistrati di Torino della questione stipendi: attesi anche altri calciatori bianconeri
Juve, inchiesta plusvalenze: ascoltati Cuadrado, Bonucci e Chiellini© ANSA

TORINO - Sono ripresi nella mattinata di oggi, lunedì, gli interrogatori alla Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta Prisma, che sta cercando di fare luce su eventuali irregolarità contabili della Juventus, legate a plusvalenze gonfiate, emissione di fatture per operazioni inesistenti e false fatturazioni per società quotate in Borsa. Il calciatore bianconero Juan Cuadrado si è presentato intorno alle 10 a Palazzo di Giustizia, a Torino, per essere ascoltato come persona informata dei fatti. Il calciatore è stato ascoltato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal pm Mario Bendoni, che insieme all'altro pm Ciro Santoriello coordinano l'indagine. Verso l'ora di pranzo anche Giorgio Chiellini, capitano della Juve, si è presentato dai magistrati per essere ascoltato. L'audizione del difensore bianconero nell'ambito dell'inchiesta sui conti del club è durata circa un paio d'ore. Anche Chiellini è stato ascoltato come testimone nel filone di indagine sulla cosiddetta "manovra stipendi", il differimento di alcune mensilità concordato fra la società e i tesserati per far fronte alle difficoltà finanziarie dovute all'emergenza Covid. In giornata dovrebbero essere ascoltati come testimoni anche altri calciatori bianconeri. Nessuno di loro è indagato.

Anche Bonucci in procura

Dopo Cuadrado e Chiellini, anche Leonardo Bonucci si è presentato oggi in procura a Torino per essere ascoltato dai pm come persona informata sui fatti nell'ambito dell'inchiesta sui conti della Juventus. La cosiddetta "manovra stipendi", il differimento di alcune mensilità concordato fra il club bianconero e i tesserati per far fronte alle difficoltà finanziarie dovute all'emergenza Covid

Ipotesi di falso in bilancio

Ai giocatori viene chiesto di spiegare l’accordo per il taglio degli stipendi nel 2020, durante la prima ondata di Covid, e la restituzione di una parte dei compensi negli anni successivi, che per i pm configurerebbe il reato di falso in bilancio. Nell'inchiesta Prisma sono indagati i vertici della Juve (Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Fabio Paratici, ora al Tottenham, più altre quattro persone). 

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