30 giugno, l'ultimo giorno della stagione della delusione, la vigilia della stagione della riscossa. La scelta di tempo non poteva essere più significativa e, d'altra parte, nomen omen, se non è un tempista un signore che si chiama Arrivabene, chi altri potrebbe esserlo? L'intervista esclusiva a tutto campo rilasciata dall'ad bianconero a Guido Vaciago per Tuttosport, non è soltanto il manifesto programmatico della nuova stagione che sfocerà in uno storico anniversario: il secolo della famiglia Agnelli al comando della società più scudettata d'Italia. E' l'illustrazione dettagliata e completa del progetto societario per tornare al vertice. E restarci.
Orgoglio e giudizio
Il 30 giugno è anche l'ultimo giorno di Paulo Dybala in bianconero e il nuovo giorno del pressing inglese su de Ligt. I passaggi dedicati all'argentino e all'olandese sono il paradigma della strategia di mercato impostata d'intesa con Agnelli, Nedved, Cherubini e il suo staff ("In ambito sportivo comanda Federico con i suoi collaboratori: Tognozzi, Manna e Ottolini"), così come significativa è la sottolineatura del gioco di squadra in cui ognuno interpreta il proprio ruolo. A cominciare da Allegri ("Noi lo coinvolgiamo in tutto e lui ci coinvolge nelle scelte"), per non dire del rapporto con il presidente ("Lo conosco da venticinque anni e con lui c'è un rapporto di massima e reciproca fiducia"). Arrivabene conosce "da moltissimo tempo" Francesco Calvo, il manager che torna a ricoprire un ruolo chiave nell'espansione globale del marchio Juve, forte delle esperienze maturate nel Barcellona e nella Roma. Orgoglio e giudizio scandiscono le parole dell'amministratore delegato. L'addio a Dybala è scaturito da un'oggettiva valutazione tecnica ed economica, regolata dal principio base: "Noi partiamo con l'idea che c'è solo un nome che conta: Juventus". de Ligt sul mercato dipende dalle offerte concrete che il club riceverà e dalla volontà dell'interessato. Ficcante la digressione sui "giocatori che seguono i consigli dei procuratori o dei colleghi invece che delle società. Oggi è impossibile trattenere un giocatore che se ne vuole andare. Ma è sempre una questione di numeri, non è che se uno se ne vuole andare via gli rispondi: prego, accomodati. E' difficile trattenere un giocatore però dal tavolo della trattativa bisogna alzarsi tutti e tre soddisfatti. E vale sempre l'articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto". La chiarezza, che gran bella cosa.