Juve, il caso Pogba. Il dottor Tencone: "Si rischia di perder tempo"

Il direttore di Isokinetic Torino, ex responsabile dell’intero settore medico bianconero: "Il non intervento è una scelta che va rispettata, però la scienza medica la sconsiglia"
Juve, il caso Pogba. Il dottor Tencone: "Si rischia di perder tempo"© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Già a caldo, pronti via, il professor Fabrizio Tencone ci aveva aiutato a capire la situazione di Paul Pogba: le doppie possibili strade dell’intervento al menisco lesionato (meniscectomia o sutura), i tempi di recupero (rispettivamente uno/due mesi oppure 3/4 mesi), le conseguenze.
Ora che Paul Pogba ha preso la sua decisione - il non intervento - Tencone diventa persona giusta, e competente, per capire la ratio di tale scelta. E gli effetti. Lui che ora è direttore di Isokinetic Torino e che in passato per lungo tempo è stato medico o responsabile dell’intero settore medico della Juventus. 
 
Professor Tencone, cosa succederà ora?
«Nelle prossime cinque settimane il giocatore riprenderà progressivamente gli allenamenti. Non ci sono delle cure particolari. Quel menisco è rotto e nessuna cura del mondo lo riaggiusterà. Rimarrà rotto. Tuttavia il pezzettino di menisco che si è staccato potrebbe iniziare a dare sempre meno fastidio e dolore a patto che, come si dice in gergo, non “incastri il inocchio” e non lo “mandi in blocco”. Pogba potrebbe anche non sentire fastidio per niente, nel migliore dei casi. E quindi riprendere progressivamente gli allenamenti». 


 
Cosa vuol dire che il ginocchio “va in blocco”?
«Vuol dire che il ginocchio è bloccato dentro perché il pezzettino rotto si incastra nell’articolazione: il giocatore sente di non riuscire a distendere o piegare il ginocchio fino in fondo. Lo sente bloccato, appunto». 
 
Cosa può creare questo tipo di criticità?
«Il problema non è tanto correre o prendere un colpo, il problema è saltarci sopra con la rotazione. Pogba peraltro ha un gioco particolare, fa tutti quei numeri: si ferma, torna indietro, cambia passo... Questa specificità aumenta un po’ il rischio che il ginocchio si blocchi. Poi, per carità, non è che capiti nulla di grave: verrebbe operato in quel momento lì. Però vuol dire ricominciare da capo tutto il discorso». 
 
A livello di preparazione quanto incidono questi 35 giorni di “attesa”?
«Beh, in tutto questo periodo il giocatore è fermo. Ricomincerà una fase di preparazione vera soltanto quando sarà completamente a posto. Le prime due o tre saranno riabilitazione: corsetta, piscina. Solo le ultime settimane saranno di preparazione vera». 
 
Una volta passate le 5 settimane servono accortezze particolari?
«No, a quel punto no. Altrimenti non avrebbe senso... Dopo le cinque settimane Pogba può allenarsi regolarmente» 
 
C’è il rischio che si riproponga il fastidio?
«A quanto risulta, c’è un rischio del 50 e 50».  


 
Invece con l’operazione?
«Con l’operazione si asporta il pezzettino rotto e non c’è più niente che si possa incastrare. Potrebbero esserci problemi solo con una nuova rottura, ma si tratta proprio di avere un altro infortunio». 
 
Ma in sostanza quali sono i vantaggi di scegliere di non farsi operare?
«Mah, ipotizzo che sia una scelta del giocatore. Immagino che la società l’abbia accettata e autorizzata, anche perché non puoi certo fare operare un giocatore contro la sua volontà, consapevole del fatto che a fronte di qualche eventuale vantaggio per il giocatore vi sono invece dei sicuri svantaggi per il club. La scelta medica, non della società, la scelta degli esperti medici di tutto il mondo in questi casi consiglia di fare ciò che fanno tutti i giocatori: togliere subito il pezzettino rotto. Se Pogba l’avesse fatto immediatamente dopo l’infortunio, avrebbe già guadagnato una settimana-dieci giorni».


 

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