Juve, il giorno dopo è pure peggio: Vargogna

La grottesca vicenda delle immagini incrina la credibilità del sistema. Bonucci: "Depredati!"
Juve, il giorno dopo è pure peggio: Vargogna© /Ag. Aldo Liverani Sas

Il giorno dopo è ancora peggio. Perché è tecnologicamente lampante la posizione di Candreva che tiene in gioco Bonucci e che rende sciaguratamente oggettivo l’errore di Banti e Marcenaro. E perché la nota dell’Aia, con quale gli arbitri cercano di chiarire la situazione crea ancora più imbarazzo intorno alla situazione. «Non avevamo le immagini», dicono. E questo è sconcertante: come è possibile che il sistema di video-arbitraggio non abbia tutti i filmati di tutte le telecamere? Come fanno le trasmissioni televisive ad averle venti minuti dopo la fine e non esserci nella centrale Var di Lissone? Come fa a essere credibile un Var che interviene e decide senza avere tutte le immagini? Il sistema che ha complicato a dismisura il calcio e ha reso cervellotica ogni decisione arbitrale, si è sempre difeso dietro la propria infallibilità tecnologica, ma Juventus-Salernitana e il gol valido annullato a Milik segnano una nuova frontiera dell’errore e sgretolano le fondamenta del Var: perché un tifoso, un giornalista, un giocatore e un allenatore devono credere a chi sta davanti al monitor se, su quel monitor, non scorrono tutte le immagini, ma alcune sì e altre no?



Oltretutto, è oltremodo desolante il fatto che la presenza di Candreva era facilmente rilevabile da altre immagini, certamente a disposizione del Var e questo non abbia fatto scattare una domanda a colui che tirava le righe su un frame dove il centrocampista della Salernitana era stato misteriosamente rapito dagli ufo. Bastava un «dov’è finito Candreva?» e oggi staremmo parlando d’altro.

È un giorno nero per il Var e per gli arbitri che, ancora una volta, invece di ammettere serenamente lo sbaglio, si arrampicano sullo scivolosissimo specchio del «non c’erano le immagini» (curiosità: stessa cosa detta, la scorsa stagione, per il rigore su Zakaria non assegnato in Juventus-Inter, l’area sotto la Nord dello Stadium dev’essere un angolo cieco per il Var). Nel 2022, nel calcio che spettacolarizza anche le conferenze stampa degli allenatori, è incomprensibile l’ottusa e anacronistica avversione degli arbitri al chiedere scusa, negando ogni evidenza e scavando un fossato ancora più profondo fra loro e il resto del calcio.

Stavolta si è stizzita anche la Lega Serie A, che non ha gradito lo scaricabarile dell’Aia sulle immagini e che, soprattutto, proprio nel weekend in cui si fermava la Premier League, ha esportato un’escalation di topiche arbitrali culminate in quello che gli spagnoli hanno definito «il più grande errore da quando esiste il Var».

Pagherà qualcuno? Leggendo l’autoassolutorio comunicato dell’Aia non sembrerebbe. Anche se si mormora che i vertici arbitrali, domenica sera, fossero furiosi con chi era nella regia di Lissone (Var Banti, Avar Meli e i due tecnici). Eppure il concetto di “pagherà qualcuno” potrebbe diventare cruciale qualora la Juventus fallisse, per dire, l’obiettivo quarto posto per due punti, perdendo una sessantina di milioni di iscrizione alla Champions.

Di fronte a un errore oggettivizzato dalle immagini come quello di domenica sera, si è anche ipotizzata la ripetizione della partita, ma sarebbe necessario che l’arbitro Marcenaro ammettesse l’errore sul suo referto ufficiale e che il giudice sportivo ritenesse quell’errore decisivo nel determinare il risultato. Allora ci sarebbe la possibilità della clamorosa decisione di ripetere la gara per errore tecnico. Ma la giustizia sportiva non è un posto dove si fa carriera con decisioni coraggiose e, oltretutto, potrebbe esserci anche un cavillo che azzera la possibilità di “errore tecnico” in caso di utilizzo del Var.



La Juventus, da parte sua, non si aspetta certo la ripetizione della gara. E tace. Abitudine di famiglia che i tifosi non apprezzano, ma che non cambia nemmeno in questa occasione. Domani c’è il Benfica, domenica il Monza, partite che le circostanze hanno reso molto più decisive di quanto lo fossero: meglio concentrarsi su quelle, anche perché nessuno era esattamente entusiasta della parte centrale della gara contro la Salernitana. E poi quello che c’era da fare, la società lo ha fatto: il caso Candreva nasce dall’osservazione attenta delle immagini da parte dello staff societario che, domenica sera, ha imbeccato Allegri prima che andasse in tv. A quel punto, di fronte all’oggettività dell’errore, i bianconeri non sentono il bisogno di aggiungere nulla.

La squadra ha reagito con rabbia nella notte di domenica. Leonardo Bonucci, già duro domenica in tv, ha usato una parola forte sui social: «Juve depredata», ma poi è lui stesso a chiedere di andare avanti e focalizzare la rabbia sulla prossima partita, nella quale non sarà più consentito sbagliare e non solo all’arbitro.

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