Juve, panchine dimostrative? No, Bonucci deve giocare!

Juve, panchine dimostrative? No, Bonucci deve giocare!© LAPRESSE

In questa stagione così anomala, che a metà novembre si fermerà fino ai primi di gennaio disegnando di fatto due tornei in uno, il primo stop dovuto alla Nations League potrebbe aver permesso alle squadre in maggior difficoltà di rimettersi in carreggiata nel tentativo di rimontare posizioni in classifica. Non sta bene l’Inter, ma non ci piace guardare in casa d’altri, e non sta per niente bene la Juve, la cui sconfitta a Monza ha avuto un epilogo dantesco - “il modo ancor m’offende” - dopo l’altrettanto sconcertante prestazione di Champions. Non è bastato andare sotto la curva a prendersi i fischi, anche perché non siamo a teatro, e non convincono i proclami di chi si dice pronto a voltare pagina. Ci vuole un altro tipo di reazione, veemente, tangibile, a cominciare dal gioco perché quello fin qui espresso ha assunto tratti tragicomici. La Juventus delle prime giornate non è la Juventus, Allegri lo sa bene e soprattutto a lui si chiede un pronto intervento, nel morale, nella tecnica e nell’efficacia. D’altra parte l’allenatore è lui, l’immediato, non più differibile, cambio di passo, è cosa sua. Bologna e Maccabi Haifa, le due prossime partite, non sembrano proibitive ma ormai non c’è da fidarsi perché questa Juve può soffrire contro chiunque.

In questi giorni si è parlato di difesa a tre, con Bonucci titolare fisso, basta panchine dimostrative, del ritorno di Rabiot e Locatelli a centrocampo, la cui importanza si sente quando mancano soprattutto per il peso specifico della loro presenza, e due punte fisse, Milik a supporto di un Vlahovic troppo solo e malinconico. Questo è quanto dovremmo vedere, all’incirca, tra domenica e mercoledì, ma soprattutto ci auguriamo finalmente una squadra più assertiva, convinta dei propri mezzi, con maggiore autostima e non più incline alla depressione sportiva. Cosa chiedere ai tifosi, fin qui pazienti più che in altre occasioni? Dovremmo evitare altre fratture, evitare di farsi travolgere dall’onda emotiva e applicare il seguente ragionamento: a ottobre nessuna stagione è buttata via, nonostante i passi falsi giunti a complicarci la strada. L’impressione è che ci voglia pazienza, un supplemento di fiducia e la speranza che i rientri di Pogba e Chiesa possano apportare quella qualità in più di cui abbiamo bisogno come l’oro.

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