Allegri-Juve: si vota la fiducia

La dirigenza bianconera rimane convinta della scelta fatta con il ritorno del livornese. Ma il tecnico deve restituire al gruppo convinzione e più forza mentale

TORINO - La fiducia è qualcosa che non si compra al mercato. Né si può ordinare su Amazon. Peraltro non si insegna a scuola. Non è manco materia di studio, per cui chi riesce a impossessarsene e gestirla incassa un valore aggiunto da poter spendere dappertutto: in famiglia, sul lavoro, con gli amici. La fiducia non è solo questa definizione: “Un sentimento umano, che consiste nel presupporre un comportamento o un atteggiamento adeguato alla situazione da parte di altri individui o di sé stessi”. È molto di più. È anche una condizione fluida: va alimentata e curata, come una piantina che con il tempo si irrobustisce. Non è mai definitiva: basta una scelta sbagliata, una parola fuori posto e vacilla. Ed eccoci a Massimiliano Allegri, capace di consegnare in cinque stagioni di fila, dal 2014 al 2019, altrettanti scudetti alla Juventus salvo poi essere accantonato dal club in favore di Maurizio Sarri perché la società intendeva coniugare vittorie e bel gioco. E così, mentre Max si gode a casa il primo dei due anni comunque pagati per il contratto ancora in essere, arriva lo scudetto sarriano che coincide con la fine - anche questa anticipata e comunque retribuita - del rapporto tra la Juve e l’ex napoletano, che aveva perso il controllo dello spogliatoio e in primis di CR7. Eccoci così ad Andrea Pirlo, anche lui non confermato a fine stagione e quindi esonerato nonostante la Coppa Italia e la Supercoppa per ridare spazio ad Allegri. A cui viene ridata la fiducia

Juve, Allegri e le domande sul futuro

Ora però, ci risiamo. Inevitabilmente. Perché se nel 2019 il problema era estetico, legato - mettiamola così - alla forma, adesso subentra un problema di contenuti. Il motivo? La stagione scorsa il Conte Max non vince nulla, per la prima volta negli ultimi dieci anni del club, e questa annata è partita con i peggiori presupposti. In campionato e in Champions League, dove la partita di domani ad Haifa, in Israele, non potrà che concludersi con una vittoria se si vorrà mantenere in vita il sogno della conquista degli ottavi di finale. Ma Allegri gode ancora della fiducia della dirigenza dopo questo ritorno claudicante e con un futuro che vede addensarsi nuvoloni sempre più neri? Ci sono momenti in cui è meglio non porsi troppe domande e cercare di mutare il corso delle cose, rimandando certi interrogativi al futuro prossimo, quando magari i risultati potrebbero regalare uno scenario meno fosco. Del resto il calcio è uno di quei campi in cui la carta degli imprevisti a volte stravolge l’impossibile: nel bene come nel male. Ma in questo momento la domanda sulla fiducia ad Allegri chiede tempo per avere una risposta piena. E decidere di esonerare l’allenatore in questo momento storico, quando i margini - seppur stretti - per un’inversione di tendenza esistono ancora, potrebbe risultare una scelta pericolosa sotto tanti punti di vista. Tra l’altro, continuare a cambiare guida tecnica potrebbe far sorgere ulteriori domande su tutte le altre scelte ultimamente sposate. Dunque, sino a quando esiste la speranza di poter cambiare rotta salvando gran parte del salvabile, ecco che la fiducia resisterà. Sarà forse meno naturale di un tempo, comunque avrà diritto di cittadinanza. 

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La fiducia tra Allegri e giocatori

Certo, è naturale che Allegri debba rinsaldare la fiducia con i giocatori, a volte messi nel mirino pubblicamente in certe dichiarazioni a caldo post gara. Serve un rapporto ancora più stretto con la truppa, e, si sa, gli equilibri di uno spogliatoio sono sempre terra minata. La fiducia nei rapporti umani la si coltiva con i piccoli gesti, tanta attenzione e pazienza. Occorre un’applicazione quasi morbosa per far sì che l’orchestra suoni all’unisono e al meglio. Ecco, affinché alla Juve le stecche cessino una volta per tutte, il tecnico dovrà trasmettere innanzitutto fiducia a una squadra che è fatta di campioni. È vero, Pogba e Chiesa sono ai box, ma il mercato ha portato l’esterno, il regista e l’attaccante che servivano: Kostic, Paredes e Milik. Il club ha avuto fiducia in Allegri consegnandogli ciò che chiedeva. È arrivato il momento di ricambiare. Siamo già in ritardo... 

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