Il filotto
Mettendo a fuoco nel concreto questo scorcio di campionato bianconero emerge come, al di là della forma pessima della Juventus, il cammino non sia esattamente una passeggiata di salute o un giro dell’isolato, di quelli che si vanno a fare tanto per digerire il pranzo appena consumato e leggermente troppo pesante rispetto alla media. Eccola la sequenza: sabato il derby, il venerdì dopo l’Empoli, il martedì successivo la trasferta di Champions League a Lisbona contro il Benfica, poi a Lecce, ancora Champions League, stavolta all’Allianz contro il Paris Saint Germain per l’ultimissima del girone e forse non solo e infine le ultime tre di campionato: Inter a Torino, match a Verona e chiusura davanti ai tifosi contro la Lazio. Sono queste le otto partite in cui la Juventus si gioca la faccia e Allegri almeno un paio di gambe di una panchina che è già di per sè traballante. L’importante sarebbe almeno non perdere ulteriore contatto con la quarta posizione, al momento distante sette punti, che già di loro non sono pochi. Il perché è presto detto. Non centrare la qualificazione per la Champions League 2023/24 significherebbe rovinare economicamente non solo questa ma anche la prossima stagione. Ecco il motivo per cui in realtà la conferma di Allegri potrebbe dipendere dal tipo di reazione che avrà la Juventus in questa striscia di partita in cui bisognerà provare a riavvicinare il vertice e non perdere completamente l’Europa: se da una parte gli ottavi di Champions League appaiono un miraggio, c’è il rischio di chiudere all’ultimo posto nel girone e quindi perdere anche l’opportunità di partecipare all’Europa League.
La busta N.2
In realtà se le cose si dovessero mettere in maniera non più reversibile e quindi molto male, la dirigenza potrebbe anche prendere la decisione di proseguire con Allegri in maniera tale da evitare un ulteriore costo inutile, in quanto l’annata non sarebbe appunto più riaggiustabile e si darebbe al futuro tecnico la possibilità di poter iniziare la stagione con un progetto resettato e quindi privo di zavorre e tossine accumulate nel corso di questo campionato.
Tutte ipotesi che al momento lasciano il tempo che trovano in quanto alla Juventus si sta vivendo un inevitabile work in progress e dunque i risultati assumono un peso ancora più importante. Il problema è che se vincere aiuta a vincere, purtroppo perdere aiuta a perdere. Cambiare rotta è una manovra tuttaltro che facile.