Juve, Vlahovic punta il derby per colpire… in trasferta

Le sei reti stagionali del serbo sono arrivate in casa. Contro il Torino sa come si fa, fin dai tempi di Firenze

TORINO - Vuole vincere sempre, Vlahovic: anche in partitella, figurarsi nei derby. Già, i derby: al plurale. Perché all’interno del derby della Mole di questo pomeriggio, come fosse una matrioska, si cela il confronto tutto balcanico tra l’attaccante serbo della Juventus e il trequartista croato Vlasic, capocannoniere del Torino (con 3 reti) proprio come il bianconero (5 centri in campionato) tra i suoi. Il bottino stagionale del 22enne di Belgrado, in tutte le competizioni, racconta di 6 gol in 12 partite, per la media di una marcatura ogni 174’: troppo poco per chi ha ambizioni sconfinate, troppo poco per chi vive dell’adrenalina irrorata da una rete che si gonfia. Ma a grandi aspettative, quando non tutto gira come si vorrebbe (o tutto gira come non si vorrebbe), corrisponde una grande insofferenza. Quella che da troppe partite accompagna il numero 9 bianconero, che la esterna con i gesti e con il linguaggio del corpo, finendo inesorabilmente per apparire tecnicamente involuto di conseguenza. Al derby odierno – ai derby, anzi – Vlahovic chiede allora di essere medicina, per se stesso e per la squadra.

Juve, Vlahovic a secco negli ultimi 180'

Il serbo si presenta al Grande Torino dopo essere rimasto a secco – come tutta la Juventus, d’altronde – negli ultimi 180’, quelli italiani con il Milan e quelli europei con il Maccabi Haifa. Ma si affida (anche) alla tradizione positiva con i granata per dare una svolta alla sua stagione, dopo un promettente avvio con quattro gol nei primi quattro turni in Serie A. No, DV9 non aveva colpito lo scorso anno, nell’unico derby in bianconero disputato finora: a febbraio fu 1-1, con Belotti a replicare a De Ligt. Ma aveva punito il Torino pochi mesi prima, quando ancora indossava la maglia della Fiorentina: successo di misura in terra toscana e rete decisiva del classe 2000. Che di fronte ai granata, in realtà, ha fatto anche di meglio in carriera. Storia dei tempi della Primavera, quando con la Viola sconfisse i pari età granata nella finale di Coppa Italia grazie a un doppio 2-1: per Vlahovic tre reti e un assist, bottino da predestinato. Nell’occasione aveva impressionato tutti al Filadelfia, a poche centinaia di metri dal Grande Torino: chissà che l’aria del centro città non solletichi le sue narici e ispiri la sua vena realizzativa. In stagione, infatti, è ancora a secco in trasferta. Ma oggi, in fondo, si gioca pur sempre a Torino.

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