Juventus, McKennie gioca e segna: adesso lo vuole il Tottenham di Paratici e Conte

Nel mercato di gennaio potrebbe arrivare l’offerta dei londinesi: il ds che lo aveva portato a Torino ci fa un pensierino
Juventus, McKennie gioca e segna: adesso lo vuole il Tottenham di Paratici e Conte© /Ag. Aldo Liverani Sas

TORINO - Sul fatto che dia l’anima in ogni partita non ci piove. Weston McKennie, texano di carattere oltre che di passaporto, si sbatte sempre come un matto e infatti l’ultima volta che Allegri ha parlato di lui - la vigilia del match contro l’Empoli - spiegava che in teoria avrebbe bisogno di riposare perché iperutlizzato ma in realtà “dove lo metti lui corre”. E infatti l’americano non solo non ha tradito le aspettative del tecnico livornese, ma lo ha anche ricambiato con gli interessi firmando il raddoppio di testa su angolo di Cuadrado. Dunque partita super. E non è stata la prima della stagione. In realtà spesso non è così apprezzato dalla critica perchè a volte è un pasticcione col pallone tra i piedi o nel non saper trovare sempre la giusta posizione in campo. Con il suo atteggiamento tattico un po’ naif, attirato dalla palla più del dovuto, quando disinnesca il fattore concentrazione rischia di lasciare qualche buco di troppo. Ma in queste tre stagioni vissute in Italia, in uno dei campionati più evoluti e complessi dal punto di vista tattico, è migliorato molto.

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McKennie nel mirino di Paratici

Sulla mezzala, acquistata dalla Juventus per una cifra complessiva di 23 milioni di euro al netto dei bonus, ora si starebbe muovendo Fabio Paratici, deus ex machina del Tottenham, e, non a caso, colui che decise di portare in bianconero McKennie quando era il responsabile tecnico della Juventus. In realtà per via della lista già completa, 25 giocatori, il club londinese per poter portarlo a Londra nel prossimo se non quasi imminente mercato di gennaio, dovrebbe comunque prima liberarsi di un tesserato. Rumors riportano la possibiltà di una offerta intorno ai trenta milioni di euro. L’anno scorso, nel mercato invernale, Tottenham e Juventus conclusero due operazioni importanti, ovvero Bentancur (19 milioni per la cessione) e Kulusevski (10 milioni per un anno e mezzo di prestito, 35 per il riscatto) che si spostarono in Inghilterra lasciando così la Mole. Per quel doppio trasferimento nelle casse torinesi arrivò un gruzzolo che mitigò in parte lo sforzo economico per l’acquisto di Vlahovic (71 milioni più bonus).

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Juventus, il ritorno di Pogba

Qualora a gennaio alla Juventus dovesse arrivare la proposta per la cessione di McKennie da parte del Tottenham, le probabilità di vedere l’operazione andare in porto non sarebbero poche. Anche perché in mezzo al campo c’è una discreta concorrenza in casa Juventus dove, peraltro, per la ripresa del campionato dopo lo stop Mondiale dovrebbe essere tornato a disposizione un certo Paul Pogba. Non solo. In realtà il ds Federico Cherubini, a fronte di una eventuale cessione del texano, potrebbe optare per nessun nuovo ingresso in modo da far crescere il minutaggio di Fabio Miretti e Nicolò Fagioli. Il secondo, al momento, non ha mai giocato una partita da titolare e ha all’attivo solo 59 minuti in campo.

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TORINO - Sul fatto che dia l’anima in ogni partita non ci piove. Weston McKennie, texano di carattere oltre che di passaporto, si sbatte sempre come un matto e infatti l’ultima volta che Allegri ha parlato di lui - la vigilia del match contro l’Empoli - spiegava che in teoria avrebbe bisogno di riposare perché iperutlizzato ma in realtà “dove lo metti lui corre”. E infatti l’americano non solo non ha tradito le aspettative del tecnico livornese, ma lo ha anche ricambiato con gli interessi firmando il raddoppio di testa su angolo di Cuadrado. Dunque partita super. E non è stata la prima della stagione. In realtà spesso non è così apprezzato dalla critica perchè a volte è un pasticcione col pallone tra i piedi o nel non saper trovare sempre la giusta posizione in campo. Con il suo atteggiamento tattico un po’ naif, attirato dalla palla più del dovuto, quando disinnesca il fattore concentrazione rischia di lasciare qualche buco di troppo. Ma in queste tre stagioni vissute in Italia, in uno dei campionati più evoluti e complessi dal punto di vista tattico, è migliorato molto.

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