La costante
Insomma, dopo le sei sconfitte rimediate finora, il tecnico ha buttato lì qualche frase di incoraggiamento e di possibile svolta e ha proposto la disamina di errori individuali che più o meno si sono riproposti tali e quali. Ammissioni di colpa personali e soluzioni concrete? Poco e nulla. E purtroppo, insegna il saggio, se continui a fare le stesse cose, otterrai gli stessi risultati. Pessimi, in questo caso. Ciò che si poteva fare a latere, è stato fatto. Prima la società ha confermato urbi et orbi la fiducia nell’allenatore (un modo per conferirgli autorevolezza al cospetto della squadra), poi il presidente Andrea Agnelli si è esposto in prima persona strigliando la squadra anche pubblicamente («C’è da vergognarsi»), è seguito il ritiro di due giorni prima del derby. Pareva un momento della svolta, invece il crollo è stato repentino. A questo punto, le operazioni ancora da compiere per cercare di salvare il salvabile sono pochine. La società era ferma nei buoni propositi di portare la stagione a compimento con Allegri e sia il presidente Agnelli, sia l’ad Maurizio Arrivabene si sono esposti in questo senso anche pubblicamente. Ma, avanti così, si rischia di compromettere irrimediabilmente la stagione nel giro di pochissimo tempo. Le prossime 5 partite (Lecce, Psg, Inter, Verona, Lazio) risulteranno decisive. Inversione di rotta netta, oppure occhio ad eventuali sorprese durante la sosta.