Caso ultrà: trova le differenze fra Juventus e Inter

La Procura di Milano sta indagando sui fatti di sabato sera nella curva nerazzurra, nel 2016 quella di Torino condusse un'inchiesta su quella bianconera: con qualche piccola differenza...
Caso ultrà: trova le differenze fra Juventus e Inter© /Ag. Aldo Liverani Sas

TORINO - Ha ragione "La Settimana Enigmistica" a rivendicare gli innumerevoli tentativi di imitazione, le Procure della Repubblica di Torino e quella di Milano, per esempio, le hanno appena copiato una delle rubriche più famose: "Trova le differenze". Qualcuno ricorda? Due immagini praticamente identiche, ma nelle quali bisogna notare dettagli diversi.

Curve e malavita

Prendete la questione ultrà. Con incantevole stupore qualcuno si sta rendendo conto che probabilmente anche la curva dell'Inter, così come la stragrande maggioranza delle curve italiane, ha delle infiltrazioni della malavita organizzata, mafiosa o paramafiosa. Ma dai? Chi avrebbe mai detto che un business da qualche milione di euro fra rivendita abusiva di biglietti e altre attività di taglieggio e spaccio non vedesse coinvolti dei delinquenti? Il problema delle curve italiane è spinosissimo perché quando ha scoperto di poterci lucrare (e non poco) la malavita si è fatta il nido dietro l'autentica passione di migliaia di persone, che allo stadio ci vanno davvero per tifare e vivere il calcio in modo totalmente passionale.

'Ndrangheta in curva

A Torino lo hanno scoperto nel 2016, quando la Procura nel quadro di una più ampia inchiesta sulla 'Ndrangheta aveva scoperto le infiltrazioni nella curva juventina. L'inchiesta ebbe enorme clamore mediatico, vennero immediatamente diffusi i nomi dei dirigenti bianconeri senza tralasciare l'ipotesi che potessero essere addirittura conniventi con la malavita organizzata. Inchieste giornalistiche televisive ampliarono lo scenario a fatti antecedenti, provando a ricostruire qualcosa di ancora più losco. Le intercettazioni telefoniche vennero, al solito, rese pubbliche. Si mosse addirittura la Commissione Parlamentare Antimafia che volle ascoltare il presidente Andrea Agnelli (con toni piuttosto severi). In quell'aula passò anche l'ex procuratore della Figc Giuseppe Pecoraro, che dovette in seguito scusarsi per aver "confuso" un'intercettazione che, a suo parere, avrebbe dovuto incastrare Agnelli, ma nella quale non era Agnelli a parlare (sì, è successo davvero). Alla fine di un periodo di due anni, nel quale l'immagine della Juventus è stata sufficientemente stropicciata, il risultato è stato questo: alcuni ultrà sono stati condannati, così come altri malavitosi che facevano affari intorno alle partite, la Juventus ha fattivamente collaborato con la giustizia e per questo ha visto sparire il tifo organizzato dalla curva, con la conseguenza di non avere più il classico supporto che dovrebbe arrivare una squadra quando gioca nel suo stadio. Ovviamente la Juventus è stata riconosciuta vittima e in nessun modo e per nessun comportamento colpevole.

Caso Boiocchi

Nelle altre grandi piazze del calcio italiano, a quei tempi, tutto taceva con la strisciante sensazione di omertà data da un sistema che aveva poca voglia di scoperchiare la questione. Poi i clamorosi fatti di sabato a San Siro ha attivato la Procura di Milano che ha iniziato le indagini. Al momento l'Inter è giustamente coinvolta come potenziale vittima, i nomi dei dirigenti finiti in intercettazioni con Boiocchi non sono stati diffusi, al momento non sono in vista speciali inchieste televisive per instillare il sospetto che la società nerazzurra abbia a che fare con le mafie. E le commissioni parlamentari si occupano di altro. Come dovrebbe essere fino alla fine delle indagini e dell'eventuale processo, consentendo alla giustizia di fare il suo corso e chiarire i fatti, non le ipotesi. E così, per ingannare l'attesa, resta il gioco del "Trova le differenze" fra le due vicende (tra l'altro è anche un po' più facile rispetto a quello della Settimana Enigmistica, dove i dettagli sono piccolissimi). Quante ne trovate?

Bilanci e plusvalenze

E mentre la Procura di Milano indaga sulle questioni della curva interista, quella di Torino ha appena concluso una lunga inchiesta sulle presunte plusvalenze fasulle della Juventus, arrivando a ipotizzare il reato di falso in bilancio. Durante i diciotto mesi di indagini sono state utilizzate intensivamente le intercettazioni telefoniche, sono state fatte varie perquisizioni, sono stati sentiti molti giocatori della rosa. Ora, le plusvalenze, se sono fasulle, si fanno in due (ma altri club al momento non sono stati coinvolti) e le plusvalenze da scambio di giocatori si trovano nell'ottanta per cento (sì, ci teniamo molto bassi) dei bilanci delle società di Serie A e B, che al momento non risultato oggetto di indagini per falso in bilancio (e, attenzione, se l'essere società quotata rappresenta certamente un aggravante per la Juventus, il reato è reato per qualsiasi tipo di società). Insomma, quelli della Settimana Enigmistica potrebbero di nuovo eccepire sul fatto che "Trova le differenze" se lo sono inventati loro, ma ancora una volta è difficile non applicare il loro fortunato format perché situazioni quasi identiche vengono trattate in modo assai diverso. Forse non è questo il contesto per decidere quale sia il modo giusto, qui però si può giocare a "Trova le differenze". E riflettere.

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