Juventus, Allegri e il codice segreto per piegare gli avversari

Nelle ultime sette vittorie di fila in A i bianconeri hanno segnato nel primo tempo soltanto in due partite. Accelerano nella ripresa, quando fanno la differenza con cambi di qualità e avversari più stanchi

TORINO - Non è un segreto militare. Ci mancherebbe. Però è qualcosa che assomiglia molto a una certezza. Cosa? Il modo con cui la Juventus stende gli avversari. Le ultime sette vittorie di fila firmate in campionato dai bianconeri, con il valore aggiunto di non aver preso gol, hanno infatto un minimo comun denominatore piuttosto evidente: una vera a propria matrice che affonda nei principi agonistici calcistici prediletti e amati da Massimiliano Allegri. Negli ultimi sette match soltanto in due occasioni, infatti, contro l’Empoli e contro la Lazio per la precisione, la Juventus è andata a segno nel primo tempo, nelle altre cinque occasioni, ha castigato l’avversario nella ripresa come ricordano le fotografie delle partite contro il Torino, l’Empoli, l’Inter, il Verona e la Cremonese. Dunque la strategia è piuttosto chiara oltre che funzionale, come raccontano e ricordano i risultati stessi. Un approccio che non può prescindere da una condizione che nella Juventus è diventata una certezza: il valore assoluto del sistema difensivo. Che funziona non bene, ma benissimo: e i sette gol incassati in 16 giornate ne sono la prova più conclamata, nessun reparto arretrato ha saputo fare meglio in questa prima parte dell’annata di serie A. Sette gol sono pochi davvero e consentono al Conte Max di vivere i primi 45 minuti concedendo comunque qualcosa agli avversari. Che galvanizzati anche dall’idea di cercare il colpaccio contro la Vecchia Signora, provano in ogni modo di farle lo sgambetto per farla cadere. Ma questi continui tentativi, alimentati anche da un atteggiamento piuttosto moderato in attacco dei bianconeri che oggettivamente fanno lievitare le speranze degli avversari, in realtà producono un duplice effetto: far stancare maggiormente chi affronta la Juventus e permettere alla stessa formazione bianconera di avere più energie nella ripresa. Dove, a dirla tutta, il tecnico livornese, a differenza della stragrande maggioranza dei colleghi, spesso e volentieri ha la possibilità di alzare in maniera sighificativa il tasso tecnico della formazione che, non a caso, riesce a far male e trovare la via del gol e quindi dei tre punti.

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Il successo di Cremona è stato la summa massima di questo concetto

L’ultima partita giocata e vinta a Cremona è stata la summa massima di questo concetto anche se bisogna ricordare che contro l’effervescente formazione allenata da Massimiliano Alvini anche la fortuna ha avuto la sua, parte visto che per due volte Szczesny è stato salvato dai pali, peraltro nel secondo tempo. Dunque sarebbe lecito aspettarsi anche in questo match di oggi pomeriggio contro l’Udinese una partenza non arremmbante, bensì una lunga fase di studio in cui verosimilmente la Juventus proverà a far sfogare la voglia di colpaccio dei friulani per poi, man mano che passano i minuti, cominciare ad alzare il ritmo. In realtà le ultime indicazioni indicano Allegri pronto a partire con Di Maria e Chiesa dal primo minuto. Significherebbe cambiare e provare a sorprendere rispetto alle altre ultime uscite ma è anche vero che potrebbe poi decidere di movimentare l’attacco nella ripresa con l’imserimento di Milik al fianco di Kean per occupare in maniera più importante l’area di rigore.

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TORINO - Non è un segreto militare. Ci mancherebbe. Però è qualcosa che assomiglia molto a una certezza. Cosa? Il modo con cui la Juventus stende gli avversari. Le ultime sette vittorie di fila firmate in campionato dai bianconeri, con il valore aggiunto di non aver preso gol, hanno infatto un minimo comun denominatore piuttosto evidente: una vera a propria matrice che affonda nei principi agonistici calcistici prediletti e amati da Massimiliano Allegri. Negli ultimi sette match soltanto in due occasioni, infatti, contro l’Empoli e contro la Lazio per la precisione, la Juventus è andata a segno nel primo tempo, nelle altre cinque occasioni, ha castigato l’avversario nella ripresa come ricordano le fotografie delle partite contro il Torino, l’Empoli, l’Inter, il Verona e la Cremonese. Dunque la strategia è piuttosto chiara oltre che funzionale, come raccontano e ricordano i risultati stessi. Un approccio che non può prescindere da una condizione che nella Juventus è diventata una certezza: il valore assoluto del sistema difensivo. Che funziona non bene, ma benissimo: e i sette gol incassati in 16 giornate ne sono la prova più conclamata, nessun reparto arretrato ha saputo fare meglio in questa prima parte dell’annata di serie A. Sette gol sono pochi davvero e consentono al Conte Max di vivere i primi 45 minuti concedendo comunque qualcosa agli avversari. Che galvanizzati anche dall’idea di cercare il colpaccio contro la Vecchia Signora, provano in ogni modo di farle lo sgambetto per farla cadere. Ma questi continui tentativi, alimentati anche da un atteggiamento piuttosto moderato in attacco dei bianconeri che oggettivamente fanno lievitare le speranze degli avversari, in realtà producono un duplice effetto: far stancare maggiormente chi affronta la Juventus e permettere alla stessa formazione bianconera di avere più energie nella ripresa. Dove, a dirla tutta, il tecnico livornese, a differenza della stragrande maggioranza dei colleghi, spesso e volentieri ha la possibilità di alzare in maniera sighificativa il tasso tecnico della formazione che, non a caso, riesce a far male e trovare la via del gol e quindi dei tre punti.

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