Juventus prima nella classifica dei secondi tempi: è la rivincita di Allegri

I bianconeri sono leader per punti fatti nel secondo tempo. La preparazione c’è. Incidono anche le sostituzioni. E pensare che lo scorso anno i 5 cambi mandavano il tecnico in tilt

TORINO - Fuori i secondi (tempi): e la Juve si scatena. Considerando solo la ripresa delle partite di campionato, infatti, sarebbe prima in classifica. Trentotto punti contro i 37 del Napoli attuale capolista. E’ questa una graduatoria che non garantsce premi, ma permette riflessioni. Nello specifico, tale primato, è una piccola grande rivincita d’inizio anno per Massimiliano Allegri, che ormai anche se gli chiedi “scusi, che ore sono?” puntualizza che... «mi vien da ridere perché prima si parlava di infortuni, di preparazione. Adesso che le cose vanno bene nessuno parla più di preparazione fisica!».

Ma guarda un po’.

Orbene: si potrebbe aprire tutto un amletico e marzulliano filone di riflessioni ed elucubrazioni chiedendosi quali siano le cause e quali invece le conseguenze (cioè: non se ne parla più perché si vince o si vince perché la preparazione non è più un problema, e dunque non se ne parla più?). Ma tant’è. Importa fino ad un certo punto.

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La svolta

Bravo Allegri, bravi i preparatori, bravo il responsabile delle performance che supervisiona e armonizza i lavori del comparto dei preparatori, dei medici, dello staff tecnico. Fatto sta che - evidentemente - la Juventus ha trovato la quadratura del cerchio visto che vince e visto che spesso e volentieri lo fa negli ultimi minuti tutti caparbietà e resistenza. Le gambe vanno ancora, nonostante i novanta minuti già spesi. E il cervello è ossigenato al punto giusto, ché sennò pure mentalmente non ce la fai a tenere botta fino alla proverbiale fine. Nemmanco, ovviamente, ce la fai a resistere per oltre 800 minuti senza subire gol: basterebbe un mezzo ritardo, un mezzo black out per ritrovarsi a raccogliere la palla in fondo al sacco, e invece...

Roba da fotofinish e da cortomuso, per restare aderenti a terminologie tanto care ad Allegri. Contro l’Udinese l’ha decisa Danilo a quattro minuti dal triplice fischio. Contro la Cremonese, Milik addirittura nel recupero. Domenica 13 novembre, contro la Lazio, la partita era già bell’e chiusa, ma Milik ha comunque trovato modo di firmare il 3-0 al 90’. E ancora: Juventus-Inter 2-0 sancito dalla rete all’85’ di Fagioli, che la giornata prima contro il Lecce aveva realizzato la rete della vittoria al 28’ della ripresa. Contro l’Empoli (21 ottobre) Rabiot aveva addirittura realizzato una doppietta negli ultimi 10 minuti mentre il 15 ottobre - derby contro il Toro, laddove la rimontona ebbe origine - Vlahovic firmò il definitivo 1-0 al 30’ della ripresa. E poi, vabbé, ci sarebbe la rete di Milik realizzata l’11 settembre contro la Salernitana al 94’ e annullata incredibilmente dal Var. Un episodio che in molti fanno ancora fatica a digerire.

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I cambi

Mano a mano, insomma, il livello di preparazione fisica è andato in crescendo. Merito della cavalcata, però, è ovviamente da ascrvere anche alle sostituzioni. Allegri sta recuprando pezzi pregiati e ha modo di sfruttare al meglio armi in più (contro l’Udinese, ad esempio, hanno dato la svolta Paredes e Chiesa). E - dopo che la passata stagione ammetteva di faticare a gestire al meglio i 5 cambi - sta dimostrando di saperli sfruttare nel migliore dei modi. Ora che è tornato Chiesa, che Di Maria punta ad esserci con continuità, che Pogba prepara il debutto ci sarà da sbizzarrirsi.

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TORINO - Fuori i secondi (tempi): e la Juve si scatena. Considerando solo la ripresa delle partite di campionato, infatti, sarebbe prima in classifica. Trentotto punti contro i 37 del Napoli attuale capolista. E’ questa una graduatoria che non garantsce premi, ma permette riflessioni. Nello specifico, tale primato, è una piccola grande rivincita d’inizio anno per Massimiliano Allegri, che ormai anche se gli chiedi “scusi, che ore sono?” puntualizza che... «mi vien da ridere perché prima si parlava di infortuni, di preparazione. Adesso che le cose vanno bene nessuno parla più di preparazione fisica!».

Ma guarda un po’.

Orbene: si potrebbe aprire tutto un amletico e marzulliano filone di riflessioni ed elucubrazioni chiedendosi quali siano le cause e quali invece le conseguenze (cioè: non se ne parla più perché si vince o si vince perché la preparazione non è più un problema, e dunque non se ne parla più?). Ma tant’è. Importa fino ad un certo punto.

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