Juventus, il 27 marzo davanti al Gup Picco: la situazione aggiornata

Il procedimento penale dell’inchiesta Prisma vivrà l’udienza preliminare a Torino. Tredici imputati: tra le accuse, false fatturazioni e falsi comunicati ma prima il giudice dovrà decidere sulla competenza territoriale

Lunedì 27 marzo. Sul fronte della giustizia ordinaria c’è una data da cerchiare in rosso: presso il tribunale di Torino si terrà l’udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco. E’ la prima tappa processuale dell’inchiesta Prisma che ha portato sul banco degli imputati dodici dirigenti bianconeri (tra cui il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ad Maurizio Arrivabene e l’ex dg Fabio Paratici), oltre alla Juventus in quanto persona giuridica.

Per l’accusa, sostenuta dai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello, il club bianconero avrebbe compiuto delle irregolarità nella stesura dei bilanci 2019-20 e 2020-21 attraverso plusvalenze considerate artificiali, ovvero scambi di calciatori e cessioni di giovani dell’Under 23 che non sarebbero state correttamente contabilizzate, e attraverso le due manovre stipendi, cioè la rinuncia ad alcune mensilità, in epoca di Covid e di campionato fermo, per contenere i costi, che - secondo i pm - avrebbero comunque dovuti essere inseriti a bilancio. Lunga la lista dei reati: si va dall’ipotesi di falso in bilancio e aggiotaggio, all’ostacolo alla vigilanza Consob, dalle false fatturazioni alle false comunicazioni societarie. La Juventus, dal canto suo, si è difesa strenuamente sostenendo di aver sempre operato nel rispetto delle regole contabili e dei principi che guidano la football industry.

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Il Gup Picco dovrà esprimersi sulla competenza territoriale

Prima di entrare però nel merito del processo il gup Picco dovrà esprimersi sulla competenza territoriale: per la difesa, infatti, il processo dovrebbe essere celebrato a Milano, dove ha sede la Borsa, o in alternativa a Roma, dove hanno sede i server di Piazza Affari. Per i magistrati deve invece rimanere a Torino perché la Juventus immette i comunicati nel sistema dai propri uffici torinesi e la diffusione è istantanea.

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Lunedì 27 marzo. Sul fronte della giustizia ordinaria c’è una data da cerchiare in rosso: presso il tribunale di Torino si terrà l’udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco. E’ la prima tappa processuale dell’inchiesta Prisma che ha portato sul banco degli imputati dodici dirigenti bianconeri (tra cui il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ad Maurizio Arrivabene e l’ex dg Fabio Paratici), oltre alla Juventus in quanto persona giuridica.

Per l’accusa, sostenuta dai pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello, il club bianconero avrebbe compiuto delle irregolarità nella stesura dei bilanci 2019-20 e 2020-21 attraverso plusvalenze considerate artificiali, ovvero scambi di calciatori e cessioni di giovani dell’Under 23 che non sarebbero state correttamente contabilizzate, e attraverso le due manovre stipendi, cioè la rinuncia ad alcune mensilità, in epoca di Covid e di campionato fermo, per contenere i costi, che - secondo i pm - avrebbero comunque dovuti essere inseriti a bilancio. Lunga la lista dei reati: si va dall’ipotesi di falso in bilancio e aggiotaggio, all’ostacolo alla vigilanza Consob, dalle false fatturazioni alle false comunicazioni societarie. La Juventus, dal canto suo, si è difesa strenuamente sostenendo di aver sempre operato nel rispetto delle regole contabili e dei principi che guidano la football industry.

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