Plusvalenze, cosa dice il decreto Milleproroghe del governo: si parla di rateizzazione

Nessun tipo di criminalizzazione, semplicemente un nuovo regime fiscale

Il governo ha mantenuto la promessa inserendo nel decreto Milleproroghe anche un emendamento con cui fermare le plusvalenze fittizie. Il testo passerà martedì in Commissione Affari Costituzionali, ma per la sua applicazione occorre aspettare metà mese perché sarà votato soltanto dopo le elezioni regionali del 12 e 13 febbraio.

Con la modifica dell’articolo 86 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi viene cancellato il regime di favore di cui godevano le società sportive intervenendo sulla facoltà per i club di poter ripartire il reddito della plusvalenze in 5 anni, rateizzando così anche la sua tassazione, un espediente assai utile nella compilazione dei bilanci. L’emendamento prevede la rateizzazione soltanto per la cessione di giocatori posseduti da almeno tre anni dal club: prima, invece, alle società di calcio era sufficiente possedere il giocatore anche da una sola stagione. In questo modo il governo vuole dissuadere i club ad acquistare giocatori soltanto in funzione di una plusvalenza a breve termine. E i club vengono equiparati a tutte le aziende italiane che già sottostanno a questa condizione di possesso triennale.

Plusvalenze, cosa dice il decreto

Non soltanto. Il correttivo limita l’ammontare della plusvalenza oggetto di ripartizione in 5 anni alla sola quota parte proporzionalmente corrispondente al corrispettivo in denaro. La rateizzazione viene così consentita solo per la quota in contante che viene versata per il trasferimento del giocatore mentre il controvalore di un giocatore rientrato nella stessa operazione va assoggettata a tassazione nell’esercizio in cui si è realizzata. Con questa correzione il governo punta a disincentivare lo scambio fittizio di giocatori senza che ci sia un reale corrispettivo di mercato, con valutazioni gonfiate dei giocatori.

L’impatto della nuova tassazione lo si vedrà soltanto nel prossimo mercato estivo: non sarà rivoluzionario, ma rappresenta una prima mossa da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo che il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina aveva chiesto un intervento del governo.

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