Massima cautela
Un così lungo periodo di inattività, inevitabilmente, porta con sé strascichi fisici, oltre che psicologici. Il Polpo se ne sta rendendo conto sulla propria pelle, con la clessidra che scandisce il countdown verso il suo rientro che – a seconda dei momenti – si svuota o torna a riempirsi di sabbia. Passi indietro si erano registrati in autunno, un piccolo balzo in direzione contraria si è riscontrato anche dopo il test interno con la Next Gen, dieci giorni fa, quando alla Continassa aveva messo a segno un’incoraggiante doppietta. Allenamenti a singhiozzo non gli avevano impedito di raccogliere finalmente la prima convocazione stagionale, in occasione del disastroso capitombolo con il Monza che l’aveva visto scaldarsi a lungo e poi riaccomodarsi in panchina, ma un successivo affaticamento ai flessori l’ha costretto a far ritorno nel girone dantesco degli infortunati. Niente Lazio in Coppa Italia e ora, appunto, niente Salerno. Meglio restare a Torino, allenarsi da solo e mettere nel mirino i prossimi impegni, sempre con la stella polare della massima cautela a illuminare la strada. Perché acciacchi e ricadute, dopo 300 giorni ai box, sono la normalità più che l’eccezione.