La Juventus e il doppio errore in regia

In estate è stato preso Paredes, mai determinante, con Rovella prestato al Monza di cui è diventato il faro. E l’esclusione di Locatelli col Nantes non ha pagato… La prestazione di squadra contro i francesi messa sotto accusa anche da Allegri: "Abbiamo giocato al rallentatore". Passi avanti con l’ingresso dell’ex Sassuolo

La risposta, oggi, sembra talmente lampante da derubricare la domanda a retorica: perché Paredes e non Rovella? Un interrogativo che frulla nella testa dei tifosi della Juventus, e forse non soltanto in quella dei tifosi, da diverso tempo. E che ha trovato rinnovato vigore dopo il passo falso casalingo contro il Nantes in Europa League di giovedì sera, ennesima riprova della stagione storta vissuta finora dall’argentino. Almeno a livello di club, dato che – tra uno spezzone deludente e una sporadica apparizione dal primo minuto in bianconero – il “Mago” si è riscoperto campione del mondo in Qatar. Una risposta favorevole al giovane azzurro attualmente in prestito al Monza, certo, sei mesi fa avrebbe richiesto un pizzico di sana incoscienza, oltre che di lucida lungimiranza. Ma è pur vero che il Napoli si sta trionfalmente avviando alla conquista dello scudetto con un coreano prelevato dal Fenerbahce al posto del celebrato Koulibaly e con un georgiano arrivato dalla Dinamo Batumi in sostituzione dell’incensato Insigne...

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Tassello mancato

La stagione di Paredes alla Juventus, al momento, si compone di poco meno di 1.000’ in campo, uno solo dei quali – forse forse – pienamente convincente. Ma la splendida verticalizzazione che ha innescato il gol di Danilo allo scadere con l’Udinese, insieme a qualche timido segnale nelle apparizioni settembrine, non può bastare a giustificare l’investimento prodotto dal club in estate. Quando l’approdo in extremis dell’argentino era stato salutato come l’ultimo, essenziale, tassello per completare il puzzle impreziosito dai Pogba e dai Di Maria. Poi, intorno alla cabina di regia, poco ha funzionato, vuoi per una lunga serie di infortuni e vuoi per le montagne russe generate dalle vicende extra-campo. Ma anche il direttore d’orchestra albiceleste ha sonoramente steccato, a dispetto dei 7 milioni all’anno (stipendio inferiore soltanto a quello del Polpo) e dei virtuali 25 per il riscatto dal Psg. Con il mancato scatto dell’obbligo quale unica nota persin lieta nell’amarissima eliminazione ai gironi in Champions League.

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Duello impari

Una questione non tanto di incompatibilità tattica quanto di atteggiamento, con una sfacciata indolenza che ora pare addirittura accentuata dopo aver tagliato il traguardo di un’intera carriera con la Coppa del Mondo sollevata al cielo a dicembre. «Se qualcuno non se la sente, stia fuori», aveva tuonato Allegri a margine del fragoroso capitombolo interno con il Monza, e qualcuno aveva vociferato che l’argentino fosse il primo destinatario della frecciata. Lui, in quell’occasione, titolare in mezzo al campo proprio come Rovella sul fronte opposto, in un duello che si era già proposto nella gara d’andata all’UPower Stadium. Con analogo risultato: tra le squadre, ma anche tra i due dirimpettai. Il 21enne di proprietà bianconera a settembre aveva surclassato l’argentino sia in fase di possesso (87 passaggi completati a 40) che di non possesso (4 passaggi intercettati a 0), scenario replicato anche al ritorno (96% a 88 per precisione dei tocchi, 4 a 0 per contrasti riusciti). E dire che, per tornare all’interrogativo iniziale, Rovella in estate già faceva parte dell’organico bianconero. E avrebbe pesato ampiamente meno per ingaggio.

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Juve Loca

Ma l’errore di valutazione a monte, nell’analisi di stretta attualità del pareggio con il Nantes, si porta dietro un’altra disamina rivedibile. Se le coppe da qui a fine stagione rappresentano la vera valvola di sfogo della Juventus, con la doppia sfida ai francesi che necessariamente “pesa” più dell’impegno di domani a La Spezia, non trova riscontri la decisione di Allegri di aver preferito Paredes a Locatelli proprio nel momento più importante. «Abbiamo giocato al rallentatore», ha allargato le braccia nel post-partita il tecnico, e la scelta del regista sembra aver avuto il suo impatto nella velocità della manovra. I piani estivi non prevedevano lo scivolamento dell’ex Sassuolo davanti alla difesa, ma la soluzione si è resa necessaria in corso d’opera. Non tanto per l’auspicata esplosione di Miretti e Fagioli, quanto per l’imprevisto, deludente, impatto di Paredes sulla Juventus.

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La risposta, oggi, sembra talmente lampante da derubricare la domanda a retorica: perché Paredes e non Rovella? Un interrogativo che frulla nella testa dei tifosi della Juventus, e forse non soltanto in quella dei tifosi, da diverso tempo. E che ha trovato rinnovato vigore dopo il passo falso casalingo contro il Nantes in Europa League di giovedì sera, ennesima riprova della stagione storta vissuta finora dall’argentino. Almeno a livello di club, dato che – tra uno spezzone deludente e una sporadica apparizione dal primo minuto in bianconero – il “Mago” si è riscoperto campione del mondo in Qatar. Una risposta favorevole al giovane azzurro attualmente in prestito al Monza, certo, sei mesi fa avrebbe richiesto un pizzico di sana incoscienza, oltre che di lucida lungimiranza. Ma è pur vero che il Napoli si sta trionfalmente avviando alla conquista dello scudetto con un coreano prelevato dal Fenerbahce al posto del celebrato Koulibaly e con un georgiano arrivato dalla Dinamo Batumi in sostituzione dell’incensato Insigne...

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