Juventus, Vlahovic e quel discorso di Allegri a Dusan

C’è stato un colloquio tra l’allenatore bianconero e il suo centravanti principe: così il serbo ha “digerito” il fatto di non essere stato titolare in Coppa. Il bomber vuole decidere anche la sfida di ritorno con il Toro

TORINO - A nessun bomber di razza piace stare in panchina, men che meno a chi sa di avere sulle spalle la responsabilità dell’attacco, dopo essere stato pagato 80 milioni, milione più o milione meno. Ma Dusan Vlahovic sta smussando anche questo aspetto del suo carattere: vive per il gol, però giovedì ha fatto un passo indietro, a Nantes, per il bene della squadra. Massimiliano Allegri ha compiuto una scelta tecnica più che fisica: certo, il serbo ha convissuto per mesi con la pubalgia, che è un problema che può sempre ripresentarsi, e dunque va gestito, però non è questo il motivo principale per cui il tecnico livornese ha deciso di puntare su Moise Kean (che non ha sfruttato a dovere l’occasione) tra i titolari alla Beaujoire. La scelta è stata di natura tecnico-tattica e gestionale: Max voleva disporre di cambi con determinate caratteristiche perché, con lucidità, aveva messo in conto la possibilità di prolungare la contesa oltre i 90 minuti più recupero.

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Juventus, Vlahovic e il colloquio con Allegri

Nemmeno Allegri poteva prevedere che sarebbe stata la serata di gala di un regale Angel Di Maria: se lo sarà augurato, ma nulla poteva essere lasciato al caso. E questo Vlahovic l’ha capito. C’è stato un colloquio tra l’allenatore bianconero e il suo centravanti principe: Allegri ha spiegato a Dusan, a poche ore dal match, quanto fosse delicato il suo ruolo in quella partita che avrebbe potuto decidere a partita in corso. E il serbo si è messo a disposizione del tecnico e dei compagni, certificando una volta di più, se ce ne fosse bisogno, il suo ruolo centrale nel progetto tecnico juventino. Se le strade andranno avanti insieme anche dopo questa stagione, lo si capirà più avanti: vincere qualcosa da qui all’estate certamente potrebbe aiutare. Ma il mercato è ancora lontano e Allegri sta raccogliendo le energie e le qualità di tutti per chiudere la stagione senza avere rimpianti. Vlahovic ha capito e Max lo ha spronato e “coccolato” anche in panchina a Nantes: pacca sulla spalla e qualche indicazione al momento di entrare in campo, un cinque e un buffetto per dare la carica e per fare sentire il bomber importante, come del resto è.

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Da virtuale a reale

Manca ancora qualche giorno, ma se sarà in condizione dal punto fisico Vlahovic si riprenderà il posto al centro dell’attacco nel derby, lui che aveva già deciso quello di andata. Non ce l’ha fatta per Nantes, però Federico Chiesa punta a rientrare proprio nel derby di martedì, anche se ieri si è ancora allenato a parte: «Sapevamo che - aveva spiegato Allegri - quando un giocatore rientra dopo 10 mesi possono venire fuori acciacchi e acciacchetti che non sono niente di grave, ma condizionano le scelte». L’obiettivo però è riformare i gemelli dei tempi della Fiorentina per il Toro, anche a gara in corso. E potrebbe anche essere arrivato il momento di vedere l’esordio di Paul Pogba in una stagione tormentata. Sempre Allegri, stavolta sul Polpo: «Se tutto procede bene con il Torino potrebbe essere a disposizione. Dirlo per certo adesso è impossibile». Il francese ieri ha svolto l’allenamento completo: chissà che il derby non possa diventare, anche in questo caso, una svolta per la stagione.

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TORINO - A nessun bomber di razza piace stare in panchina, men che meno a chi sa di avere sulle spalle la responsabilità dell’attacco, dopo essere stato pagato 80 milioni, milione più o milione meno. Ma Dusan Vlahovic sta smussando anche questo aspetto del suo carattere: vive per il gol, però giovedì ha fatto un passo indietro, a Nantes, per il bene della squadra. Massimiliano Allegri ha compiuto una scelta tecnica più che fisica: certo, il serbo ha convissuto per mesi con la pubalgia, che è un problema che può sempre ripresentarsi, e dunque va gestito, però non è questo il motivo principale per cui il tecnico livornese ha deciso di puntare su Moise Kean (che non ha sfruttato a dovere l’occasione) tra i titolari alla Beaujoire. La scelta è stata di natura tecnico-tattica e gestionale: Max voleva disporre di cambi con determinate caratteristiche perché, con lucidità, aveva messo in conto la possibilità di prolungare la contesa oltre i 90 minuti più recupero.

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