Vlahovic patrimonio da salvare: il piano per riavere il miglior Dusan

Il serbo in campionato non segna da un mese e all’Olimpico ha vagato spesso a vuoto. L’ultimo centro in Europa League, da dove vuole ripartire giovedì contro il Friburgo. Le chiavi: fiducia, lavoro specifico e Pogba-Chiesa

TORINO - Il giorno dopo fa ancora più male, per chi vive per il gol e di gol si nutre: l’astinenza di Dusan Vlahovic continua. Solo l’Europa League l’ha interrotta e all’Europa League si torna, perché giovedì arriva il Friburgo e servirà il Dusan scintillante che in stagione si è visto di rado, solo a fiammate. All’Olimpico è stato il meno brillante dei bianconeri e se consideriamo il campionato non segna da un mese. Ma la crisi non passa solo dalla mancanza di reti: il vagare di Vlahovic alla ricerca della posizione o del movimento giusti per colpire è la cartolina Juve che arriva da Roma e indica come in attacco sia necessaria una svolta. Se non si accende Angel Di Maria e finché Federico Chiesa sarà da gestire, la squadra di Allegri davanti è in qualche modo DV9 dipendente: perché Arek Milik, l’attaccante che più e meglio lavora per i compagni, rientrerà dopo la sosta, e Moise Kean ha mostrato tutti suoi limiti domenica sera, meritandosi un cartellino rosso a tempo di record, dopo 39 secondi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Come svoltare

José Mourinho ha dato fondo a tutte le sue qualità di stratega per soffocare Vlahovic, utilizzando Chris Smalling uno contro uno con il serbo e ordinando agli altri due centrali di raddoppiare il caso di necessità. Il risultato è che di palloni in mezzo all’area ne sono piombati parecchi, specialmente dalla sinistra lì dove agisce Filip Kostic, ma l’ex viola non ci è mai arrivato. Questione di condizione fisica? No, perché è vero che Vlahovic convive da mesi con un problema di pubalgia che ne ha condizionato le prestazioni, però dopo il Mondiale ha svolto un lavoro specifico che l’ha portato a raggiungere un’ottima condizione. Tanto che lo stesso Allegri ne aveva evidenziato lo stato di forma, più leggero e più mobile. E allora cosa non va? Perché contro la Roma hanno toccato meno palloni di lui solo Kean e Pogba? I meriti giallorossi si fondono con le difficoltà di Vlahovic nel lasciare il segno in queste ultime settimane: questione di testa, forse, perché dalla doppietta alla Salernitana ne è passata di acqua sotto i ponti, compresa l’esclusione dai titolari nel ritorno con il Nantes. Il serbo l’ha presa bene, mettendosi a disposizione dell’allenatore e della squadra, senza atteggiamenti da prima donna. Tuttavia il gol manca e forse al suo fianco manca un elemento come Chiesa. L’argomento l’ha introdotto Allegri dopo la sconfitta di domenica: «Segna meno, però ha fatto una buona partita, anche tecnicamente ha fatto molto bene rispetto all’ultima che aveva fatto, a me Dusan è piaciuto. Certo con un giocatore più vicino al suo fianco come Chiesa è normale essere più offensivi». Chi lo conosce bene e l’ha lanciato, come Cesare Prandelli, a Tmw ha detto più o meno la stessa cosa: «Mi dispiace molto leggere certi giudizi negativi. Sono sempre partito dal presupposto che quando hai un attaccante con tali qualità realizzative devi cercarlo molto. Se vediamo, prima che arrivi la palla a lui ci sono un sacco di passaggi... Ho sempre pensato che debba essere valorizzato, la fortuna sua potrà essere il rientro al cento per cento di Chiesa e di questo sono convintissimo. Mi spiace dirlo, ma i compagni dovrebbero servirlo di più». E meglio: forse la svolta passa anche da un progressivo cambio di sistema di gioco, che però potrà realizzarsi solo con il pieno recupero di alcuni elementi chiave, come Pogba.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Il giorno dopo fa ancora più male, per chi vive per il gol e di gol si nutre: l’astinenza di Dusan Vlahovic continua. Solo l’Europa League l’ha interrotta e all’Europa League si torna, perché giovedì arriva il Friburgo e servirà il Dusan scintillante che in stagione si è visto di rado, solo a fiammate. All’Olimpico è stato il meno brillante dei bianconeri e se consideriamo il campionato non segna da un mese. Ma la crisi non passa solo dalla mancanza di reti: il vagare di Vlahovic alla ricerca della posizione o del movimento giusti per colpire è la cartolina Juve che arriva da Roma e indica come in attacco sia necessaria una svolta. Se non si accende Angel Di Maria e finché Federico Chiesa sarà da gestire, la squadra di Allegri davanti è in qualche modo DV9 dipendente: perché Arek Milik, l’attaccante che più e meglio lavora per i compagni, rientrerà dopo la sosta, e Moise Kean ha mostrato tutti suoi limiti domenica sera, meritandosi un cartellino rosso a tempo di record, dopo 39 secondi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Vlahovic patrimonio da salvare: il piano per riavere il miglior Dusan
2
Come svoltare