Juve, due Coppe contro la giustizia: la missione europea e l'orgoglio del campo

In un campionato falsato dai tempi dei tribunali che tolgono e rimettono punti, il club bianconero punta all'Europa League e alla Coppa Italia che nessuno può “toccare”
Juve, due Coppe contro la giustizia: la missione europea e l'orgoglio del campo© LAPRESSE

Mai sprecare energie mentali quando la soluzione non esiste o non è nelle proprie disponibilità. Meglio concentrarsi sulle situazioni in cui si può provare a indirizzare il destino. Lo sanno bene i giocatori della Juventus che da fine ottobre, quando c’è stata la comunicazione di conclusione indagini dell’inchiesta “Prisma” da parte della Procura della repubblica di Torino, hanno capito che la stagione stava prendendo una piega strana, mai vista prima. E infatti ecco l’accavallarsi della giustizia sportiva con quella ordinaria, la revocazione con nuova sentenza sulle plusvalenze da meno 15 punti il 20 gennaio e poi, ancora in essere, gli echi sinistri del filone manovra stipendi con altra potenziale legnata sulla classifica bianconera. Che ora è tornata sotto una luce migliore, ma la sensazione è che si sia entrati sotto l’effetto delle luci stroboscopiche in voga nelle discoteche degli Anni 80: e così il metti e togli punti rende tutto, oltre che ridicolo, molto precario.

Lo spogliatoio Juve e il patto silente

 Ma chi fa sport, chi misura gli sforzi della mente e del corpo contro avversari che lavorano per vincere pure loro, non può seguire questo andamento epilettico della giustizia. Ha bisogno di cardini precisi entro i quali provare a dare il massimo grazie a una serenità di base. Ed è per questa ragione che nello spogliatoio della Juventus c’è stato una sorta di patto silente tra giocatori e staff tecnico per cui bisogna dare il massimo in ogni partita, pensare gara dopo gara, ma consapevoli che poi, alla fine, ciò che resterà davvero in mano non potrà dipendere solo ed esclusivamente da ciò che si sarà riusciti a ottenere in campo. Perché la parola fine sulla classifica del campionato potrebbe arrivare dopo la sera del 4 giugno quando si sarà disputata l’ultima giornata. C’è tempo sino al termine di giugno per punire con una pena afflittiva legata ai due processi sportivi di cui sopra.

Juve, il mantra e le due Coppe

Danilo and Friends bianconeri lo hanno compreso così bene che in loro è scattata automaticamente, come certi salvavita, una sorta di valvola di sfogo capace di canalizzare al meglio tutta l’energia positiva rimasta in corpo, provando pure a trasformare quella negativa. Già, la voglia di far vedere al mondo del calcio che loro, che sono la Juve, sono più forti di tutto se non di tutti, visto che il Napoli si cucirà meritatamente il tricolore sulla maglia. Dunque nella testa di chi ogni giorno si allena agli ordini di Massimiliano Allegri ecco il mantra: Vincere una Coppa. Che poi, col passare delle settimane è diventato: Vincere le due Coppe. Già, che gusto darebbe alzare la Coppa Italia e l’Europa League dopo un’annata del genere? Straordinario! E così la Juve quando scenderà in campo per avvicinare le due finali, raddoppierà lo sforzo, spinta dalla voglia di prendere a calci le ingiustizie che sta vivendo in una stagione falsata di default. Mercoledì sera, al Meazza, dopo l’1-1 dell’andata, c’è da aspettarsi una super Juve a livello di motivazioni, così come l’11 e il 18 maggio all’Allianz e a Siviglia per ottenere il pass di Budapest.

Juve, tre vie per l'Europa

Tra l’altro si tratterebbe di trionfi dal potenziale enorme. Vincere la Coppa Italia garantisce la partecipazione alla prossima Europa League. Vincere l’Europa League garantisce la partecipazione alla prossima Champions. E così, se entro giugno la Juve dovesse subire una penalizzazione afflittiva retrocedendo da un posto europeo a uno che non lo “innesca”, ecco che i torinesi si troverebbero comunque in una Coppa attraverso un’altra strada. Insomma: ci sono ancora tre vie per l’Europa. Certo, in teoria potrebbe intervenire poi l’Uefa con una punizione internazionale ma qui si ritorna da capo. Inutile cercare di risolvere problemi se non esistono soluzioni. Come dice Allegri, un passo alla volta.

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