Juve e giustizia sportiva: le 4 domande che meritano una risposta

Il club bianconero verrà condannato a una penalizzazione nel procedimento plusvalenze, ma finora non si è capito molto e quel poco non è molto congruente

Poi qualcuno, non importa chi, dovrebbe anche spiegare tutto con parole semplici. Perché non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di calcio e che si sta giocando con i sentimenti di milioni di persone che amano il calcio e la loro squadra del cuore, che non hanno fatto niente di male e che, quindi, meritano di capire. Perché, no, finora non si è capito molto e quel poco che si è capito non è molto congruente. Per cui, proviamo a ricapitolare le domande che meritano una risposta.

Juve e plusvalenze: domande che meritano risposta

1. Perché la Juventus verrà condannata a una penalizzazione nel procedimento plusvalenze? Visto che: a) non c’è una norma che regoli la questione delle eventuali plusvalenze fittizie; b) come è possibile che le eventuali plusvalenze fittizie abbiamo inciso nei risultati sul campo se incidono per meno del 5% sul fatturato complessivo del periodo contestato? c) Quali sono i vantaggi ottenuti tali da inquadrarli come «slealtà»?

2. Quali sono gli effetti diretti e gravi sulle partite giocate da giustificare punti di penalizzazione in campionato del «sistema collaudato della Juventus di scambi incrociati di calciatori con altre società sportive, finalizzati alla realizzazione di plusvalenze artificiali»?

3. In cosa differisce il «sistema Juventus» da quello di altri club che, nel recente passato, hanno utilizzato le plusvalenze come meccanismo di bonifica del bilancio?

4. Perché la Juventus è l’unica squadra a essere punita per le plusvalenze, visto che per sfruttare questa pratica illegale ci si deve mettere d’accordo in due?

Giustizia e giustizia sportiva

Il problema della giustizia, qualsiasi essa sia, è quella di essere comprensibile a tutti. La trasparenza di cui parla anche la nostra Costituzione consiste nel riuscire a spiegare in modo coerente perché certe condotte portano a una sanzione e certe altre no e anche perché la sanzione può essere modulata in modo più o meno severo. Ancora di più se si tratta di giustizia sportiva che, in teoria, dovrebbe essere più comprensibile agli appassionati. Altrimenti è la giustizia dell’Azzeccagarbugli, cui sarebbe piaciuto da morire poter leggere, da una grida pescata a caso, «dosimetria sanzionatoria» in faccia all’attonito Renzo.

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