Juve, Giuntoli sa come si fa. Ma rischia di partire da... -140

In attesa del via libera per l’approdo alla Continassa, il ds dello scudetto a Napoli studia la situazione: la prima mossa sarà risolvere i 4 possibili mancati riscatti dalla Premier League

TORINO - Se la Juventus ha messo nel mirino Cristiano Giuntoli per affidargli il delicato ruolo di architetto della ricostruzione bianconera dopo anni bui, tra i risultati che non sono arrivati e i problemi extra campo, ci sarà ben più di un motivo. E non può essere solo perché è stato uno degli artefici della scalata del Napoli fino allo scudetto: alla base, ci sono anni di lavoro, di continua crescita professionale, di gavetta, di criticità da affrontare, di sfide da vincere dovendo toccare le vette tenendo d’occhio il budget.

Le nuove basi Juve

Indipendentemente da come andrà a finire la corsa al ds, l’aver pensato a Giuntoli significa voler provare a cambiare registro su nuove basi, ripartendo da un dirigente di campo, abituato ad andare in panchina, ad avere un confronto diretto e costante con lo staff tecnico e con il parco giocatori, a prendere in mano le decisioni pur lavorando di equipe con i suoi collaboratori e i tanti contatti all’interno dell’universo calcio. E il ds, soprattutto, è abituato a lavorare con lo stesso approccio, navigando sia quando il mare è piatto come una tavola sia quando infuria una tempesta. In attesa di sapere se e quando Giuntoli potrà prendere in mano le redini della dirigenza sportiva bianconera, il dato oggettivo è che l’inizio sarà in salita per chi avrà il compito di ricostruire dopo due anni e zero titoli: si ricomincerà da -140.

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La Juve, Giuntoli e il -140

No, ovviamente non si tratta di una penalizzazione, ché di questi tempi sull’argomento è meglio non scherzare: -140 sono i milioni che rischiano di saltare a causa dei mancati riscatti di quattro giocatori ora a libro paga di altrettanti club della Premier League, ma pronti a tornare indietro come pacchi postali. Sarà uno dei primi argomenti che Giuntoli, in caso di arrivo alla Continassa, dovrà affrontare. I nomi li conosciamo bene: Weston McKennie, Denis Zakaria, Arthur e pure Dejan Kulusevski. Quest’ultimo sembrava destinato a restare al Tottenham e invece non è detto: da formalità il suo riscatto è diventato eventualità, sempre più remota. E a quel punto salterebbero 35 milioni che, invece di finire nelle casse juventine da rimpolpare, rimarrebbero in quelle del club londinese. Soldi in meno, certo, ma non è detto che sia poi un problema: “Kulu” è un classe 2000 sul quale Giuntoli potrebbe anche decidere di puntare e non è detto, dunque, che lo svedese non possa diventare uno dei primi rinforzi della nuova Juventus. A meno che il ds non abbia un piano ancora diverso: ritrovarsi Kulusevski in casa per poi rivenderlo al miglior offerente: qualche estimatore c’è, all’estero ma pure in Italia.

E Zakaria?

Molto più complicato trovare una soluzione per Zakaria: il Chelsea dovrebbe sganciare 33 milioni per trattenerlo (28+5 di bonus) però non lo farà, a meno di sorprese. Tornerà a Torino, portando in dote il suo contratto oneroso. Non tanto quanto quello di Arthur, anche lui destinato a lasciare l’Inghilterra: il Liverpool non eserciterà il diritto di riscatto fissato alla cifra monstre di 37 milioni di euro, ma nemmeno cercherà di trattare con un’offerta al ribasso. Dovrà essere abile il nuovo ds a trovare una sistemazione al brasiliano, ormai da tempo, però è difficile pensare di ricavare un vantaggio economico diverso da quello del risparmio dello stipendio attraverso un prestito. Diversa la questione McKennie: la Juventus oggi tiferà per il Leeds, anche se il club inglese ha solo un diritto di riscatto (a 34,5 milioni più 4,5 eventuali di bonus) e non ha alcun obbligo in caso di salvezza. Ma restare in Premier darebbe qualche chance in più per sperare nell’opzione. In ogni caso, se c’è un dirigente in grado di rendere possibile ciò che pare improbabile, questo è Giuntoli.

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TORINO - Se la Juventus ha messo nel mirino Cristiano Giuntoli per affidargli il delicato ruolo di architetto della ricostruzione bianconera dopo anni bui, tra i risultati che non sono arrivati e i problemi extra campo, ci sarà ben più di un motivo. E non può essere solo perché è stato uno degli artefici della scalata del Napoli fino allo scudetto: alla base, ci sono anni di lavoro, di continua crescita professionale, di gavetta, di criticità da affrontare, di sfide da vincere dovendo toccare le vette tenendo d’occhio il budget.

Le nuove basi Juve

Indipendentemente da come andrà a finire la corsa al ds, l’aver pensato a Giuntoli significa voler provare a cambiare registro su nuove basi, ripartendo da un dirigente di campo, abituato ad andare in panchina, ad avere un confronto diretto e costante con lo staff tecnico e con il parco giocatori, a prendere in mano le decisioni pur lavorando di equipe con i suoi collaboratori e i tanti contatti all’interno dell’universo calcio. E il ds, soprattutto, è abituato a lavorare con lo stesso approccio, navigando sia quando il mare è piatto come una tavola sia quando infuria una tempesta. In attesa di sapere se e quando Giuntoli potrà prendere in mano le redini della dirigenza sportiva bianconera, il dato oggettivo è che l’inizio sarà in salita per chi avrà il compito di ricostruire dopo due anni e zero titoli: si ricomincerà da -140.

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