Ecco chi è stato Chiellini. E cosa sarà, per la Juve e per il calcio

Il turbante epico elmo e incubo degli avversari, la laurea fuori dal campo, il futuro dietro una scrivania: ma quale?

Mentre pare di sentirlo, il sospiro di sollievo di migliaia di attaccanti. Mentre cala un filo di malinconia all’idea di non vederlo più combattere in campo. Mentre risalgono il fiume dei ricordi i gesti sportivi e i petti battuti. Insomma, mentre in testa fanno confusione i pensieri e le immagini, alla notizia, non certo clamorosa, ma non per questo meno significativa, dell’addio di Giorgio Chiellini al calcio giocato, si para davanti la domanda più ovvia: cosa farà adesso? Andrà alla Continassa è la risposta più vera, in tutti i sensi. Perché oggi, domani o al più tardi all’inizio della prossima settimana, Chiello farà visita ai tanti amici che ancora si allenano lì e, soprattutto, andrà ad abbracciare Massimiliano Allegri.

Passerà da via Traves, quindi, dall’ingresso giocatori, nonostante non lo sia più da ieri mattina, passando oltre via Druento da dove entrano i dirigenti che si infilano negli uffici della sede. Quel portoncino potrebbe imbucarlo più avanti, fra qualche mese, quando il suo destino sarà più chiaro, anzi più bianconero. Chiellini diventerà senza ombra di dubbio un dirigente calcistico, e di alto livello anche, se lo farà nella Juventus non è ancora certo, ma le probabilità giocano a favore di questa ipotesi per molte ragioni. E Giorgione non ha intenzione di sfuggire al suo destino, ma neanche di forzarlo. La paziente applicazione con la quale ha coltivato la carriera, la leadership e perfino la tecnica di base è la cifra umana che lo contraddistingue e lo guiderà anche nei prossimi mesi, i primi della sua seconda vita.

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Chiellini e il futuro

Adesso, per esempio, si godrà le prime vacanze di Natale senza pensare al rientro in campo, saluterà gli amici torinesi e poi tornerà a Los Angeles che fino a giugno sarà il posto che chiamerà casa. Le figlie finiranno le scuole, lui le inizierà. Nel senso che potrebbe cominciare un praticantato da dirigente nel Los Angeles FC, la squadra con la quale ha vinto un titolo Mls l’anno scorso e perso la finale quest’anno. Nulla è scritto, ma l’idea piace a Chiellini e ai dirigenti californiani. D’altra parte nelle sue due stagioni nella Major League Soccer ha osservato e studiato tutto con grande attenzione. Dall’altra parte dell’Oceano il calcio, e in genere lo sport, è un’altra cosa e offre spunti interessanti per un dirigente. Poi Chiellini, anzi il dottor Chiellini, perché ora che non ha più il 3 sulle spalle, è anche giusto ricordare che ha una laurea magistrale in Economia e Commercio, con un master in Business Administration e, dunque, il dottor Chiellini tornerà a Torino e, a quel punto, potrebbe tornare nella famiglia della Juventus.

Chiellini, priorità Juventus

Con calma e in punta di piedi. Non ha sogni arroganti, né progetti presuntuosi: vuole imparare il mestiere e sa che ci vuole tempo. Tuttavia, può offrire carisma, conoscenza del club, juventinità incarnata, ottima capacità di comunicazione e rispettabilità a ogni livello del calcio, dagli ex compagni ai più alti dirigenti della Figc, che hanno fatto più di un pensierino all’idea di portarlo in Figc. La priorità, per Chiellini, è però la Juventus. La proprietà lo sa, lo stima, gli ha parlato in tempi non sospetti, senza chiudere accordi né promettere nulla, ma stringendogli la mano con la consapevolezza di poter contare sulla sua lealtà e sulla sua intelligenza.

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Chiellini-Juve, i presupposti ci sono

I presupposti per un futuro da dirigente bianconero, quindi, ci sono tutti. Ma la cosa più importante è quella che non c’è, ovvero la smania di diventarlo. Dalle parti di Torino è un dettaglio fondamentale. Alla fine, dunque, non si riesce neanche a celebrare come si deve l’addio al calcio di Giorgio Chiellini, consumatosi al termine di una finale persa, ma combattuta come sempre e assaporata fino in fondo, perché con uno come lui il pensiero va subito al futuro.

Piace il pensiero di assistere all’alba di un bravo dirigente, di quelli che servono come l’aria al calcio italiano, non solo alla Juventus. Uno che capisca di calcio e di conti, uno che progetti lo sport con lo sguardo tradizionalista del difensore ruvido, ma che ha visto e capito che l’evoluzione in business non può essere trascurata se si vuole costruire un futuro solido come la testona di Giorgio, che da ieri non vestirà più il turbante insanguinato delle battaglie più belle e più vere. L’accessorio più goffo e buffo per un atleta, che Chiellini ha saputo trasformare in una specie di epico elmo. I tifosi della Juventus lo hanno adorato anche per quello, gli altri hanno finito per rispettarlo, non solo per quello.

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Mentre pare di sentirlo, il sospiro di sollievo di migliaia di attaccanti. Mentre cala un filo di malinconia all’idea di non vederlo più combattere in campo. Mentre risalgono il fiume dei ricordi i gesti sportivi e i petti battuti. Insomma, mentre in testa fanno confusione i pensieri e le immagini, alla notizia, non certo clamorosa, ma non per questo meno significativa, dell’addio di Giorgio Chiellini al calcio giocato, si para davanti la domanda più ovvia: cosa farà adesso? Andrà alla Continassa è la risposta più vera, in tutti i sensi. Perché oggi, domani o al più tardi all’inizio della prossima settimana, Chiello farà visita ai tanti amici che ancora si allenano lì e, soprattutto, andrà ad abbracciare Massimiliano Allegri.

Passerà da via Traves, quindi, dall’ingresso giocatori, nonostante non lo sia più da ieri mattina, passando oltre via Druento da dove entrano i dirigenti che si infilano negli uffici della sede. Quel portoncino potrebbe imbucarlo più avanti, fra qualche mese, quando il suo destino sarà più chiaro, anzi più bianconero. Chiellini diventerà senza ombra di dubbio un dirigente calcistico, e di alto livello anche, se lo farà nella Juventus non è ancora certo, ma le probabilità giocano a favore di questa ipotesi per molte ragioni. E Giorgione non ha intenzione di sfuggire al suo destino, ma neanche di forzarlo. La paziente applicazione con la quale ha coltivato la carriera, la leadership e perfino la tecnica di base è la cifra umana che lo contraddistingue e lo guiderà anche nei prossimi mesi, i primi della sua seconda vita.

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