Vlahovic spacca la Juve: pro-Allegri, no-Allegri e la possibile cessione

Cercasi Dusan disperatamente: come nasce e da cosa dipende la crisi dell’attaccante bianconero, negli ultimi tre mesi in gol una sola volta

È la versione calcistica del dilemma sull’uovo e la gallina: sono nati prima i problemi “psicotecnici” di Dusan Vlahovic che frenano la Juventus di Allegri o è l’atteggiamento tattico studiato da Max che ha frustrato il talento del serbo fino alla crisi attuale?

Distinguere il confine delle responsabilità non è facile perché se il gioco bianconero non è certo offensivo e neppure semplifica la vita delle punte, i numeri dicono in modo inoppugnabile che le occasioni ci sono e che la Juventus è tra quelle che ne sprecano di più (errori di Vlahovic compresi). Per venirne a capo servirebbe un equo compromesso, ma invece il popolo bianconero si spacca, seguendo la ben nota (e profondissima) faglia che divide i Pro-Max dai No-Max, fazioni impegnati una crociata calcistica. E intanto i gol languono.

Vlahovic, dove sono i gol?

Negli ultimi tre mesi, Vlahovic ne ha segnato 1 (contro l’Inter) e sono in tutto 5, frutto di una partenza molto convincente, arenatasi drammaticamente alla doppietta contro la Lazio del 16 settembre. Capire cos’è successo da quel momento è compito anche della società, che dell’onerosità di ingaggio e ammortamento di Vlahovic è prigioniera. Perché al netto delle responsabilità, alla Juventus serve che Vlahovic torni a segnare e a fare il Vlahovic.

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Primo perché senza i suoi gol è difficile nutrire le ambizioni scudetto e anche il quarto posto è un traguardo più in salita. Secondo perché passa da una sua rinascita la possibilità di cederlo a fine stagione, per evitare di pagare l’ingaggio da 25 milioni lordi per la prossima stagione e quella dopo. Vlahovic, insomma, è uno snodo fondamentale per la Juventus sia in campo che fuori.

Un problema da risolvere

Di per sé non si tratta di un problema di fisica quantistica, visto che di centravanti in crisi che si sbloccano e riprendono a segnare ce ne sono a trilioni nella storia del calcio, ma resta un problema da risolvere e sul quale devono applicarsi tutte le componenti della Juventus, dalla società all’allenatore, passando per lo staff, i compagni e i tifosi. Tutti per Vlahovic, Vlahovic per tutti potrebbe essere lo slogan. Per ora siamo agli Anni 80 di Madonna con Cercasi Dusan, disperatamente.

 

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È la versione calcistica del dilemma sull’uovo e la gallina: sono nati prima i problemi “psicotecnici” di Dusan Vlahovic che frenano la Juventus di Allegri o è l’atteggiamento tattico studiato da Max che ha frustrato il talento del serbo fino alla crisi attuale?

Distinguere il confine delle responsabilità non è facile perché se il gioco bianconero non è certo offensivo e neppure semplifica la vita delle punte, i numeri dicono in modo inoppugnabile che le occasioni ci sono e che la Juventus è tra quelle che ne sprecano di più (errori di Vlahovic compresi). Per venirne a capo servirebbe un equo compromesso, ma invece il popolo bianconero si spacca, seguendo la ben nota (e profondissima) faglia che divide i Pro-Max dai No-Max, fazioni impegnati una crociata calcistica. E intanto i gol languono.

Vlahovic, dove sono i gol?

Negli ultimi tre mesi, Vlahovic ne ha segnato 1 (contro l’Inter) e sono in tutto 5, frutto di una partenza molto convincente, arenatasi drammaticamente alla doppietta contro la Lazio del 16 settembre. Capire cos’è successo da quel momento è compito anche della società, che dell’onerosità di ingaggio e ammortamento di Vlahovic è prigioniera. Perché al netto delle responsabilità, alla Juventus serve che Vlahovic torni a segnare e a fare il Vlahovic.

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