È la versione calcistica del dilemma sull’uovo e la gallina: sono nati prima i problemi “psicotecnici” di Dusan Vlahovic che frenano la Juventus di Allegri o è l’atteggiamento tattico studiato da Max che ha frustrato il talento del serbo fino alla crisi attuale?
Distinguere il confine delle responsabilità non è facile perché se il gioco bianconero non è certo offensivo e neppure semplifica la vita delle punte, i numeri dicono in modo inoppugnabile che le occasioni ci sono e che la Juventus è tra quelle che ne sprecano di più (errori di Vlahovic compresi). Per venirne a capo servirebbe un equo compromesso, ma invece il popolo bianconero si spacca, seguendo la ben nota (e profondissima) faglia che divide i Pro-Max dai No-Max, fazioni impegnati una crociata calcistica. E intanto i gol languono.
Vlahovic, dove sono i gol?
Negli ultimi tre mesi, Vlahovic ne ha segnato 1 (contro l’Inter) e sono in tutto 5, frutto di una partenza molto convincente, arenatasi drammaticamente alla doppietta contro la Lazio del 16 settembre. Capire cos’è successo da quel momento è compito anche della società, che dell’onerosità di ingaggio e ammortamento di Vlahovic è prigioniera. Perché al netto delle responsabilità, alla Juventus serve che Vlahovic torni a segnare e a fare il Vlahovic.