Szczesny cambia la classifica. Capitolo rinnovo: un regalo alla Juve

Il polacco ha reagito da campione al passaggio a vuoto contro il Sassuolo: ora punta lo Scudetto e prenota il futuro
Szczesny cambia la classifica. Capitolo rinnovo: un regalo alla Juve© Getty Images

TORINO -  Dal Sassuolo al Sassuolo, scherzi del calendario asimmetrico, non ci passa nemmeno un girone. Dal Sassuolo al Sassuolo, però, per certi versi ci passa addirittura un mondo. Quello solare, scanzonato e mai banale colorato ogni giorno dai gesti e dalle parole di Wojciech Szczesny. Che la trasferta settembrina a Reggio Emilia – al pari di tutti i compagni di spogliatoio, in realtà – se la ricorda piuttosto bene: unica sconfitta stagionale finora, quattro gol incassati in un colpo solo e macroscopici errori in serie. Anche e soprattutto da parte dell’estremo difensore polacco, appunto, incappato in una delle rare, ma “intense”, giornate negative (vedi la trasferta di Udine nell’agosto 2021...) in bianconero.

Juventus-Sassuolo, curiosità e statistiche

Il riscatto di Szczesny

Da quel pomeriggio più buio del plumbeo cielo che minacciava pioggia sul Mapei Stadium, però, di acqua sotto i ponti e di punti in classifica ne sono passati un bel po’. Perché il 33enne di Varsavia, affidabile come pochi tra i pali sul palcoscenico europeo, aveva subito reagito da campione, infilando una serie di sei gare consecutive senza incassare reti. Per via della fase difensiva ermetica sfoggiata dalla Juventus d’autunno, certo. Ma anche per le tante prodezze inanellate dall’ex Roma ed Arsenal. In ordine sparso, giusto per citare le più evidenti: il salvataggio della redenzione sul piazzato di Muriel a Bergamo e il miracoloso intervento sul tap-in a botta sicura di Di Lorenzo contro il Napoli, il riflesso felino sulla girata di Giroud a San Siro e l’intervento provvidenziale sulla sassata di Harroui dalla distanza a Frosinone. Una scienza inesatta come quella del calcio non permette di quantificare l’apporto di Szczesny nella cavalcata dei bianconeri in campionato, ma aggiungendo un gol subito alle citate partite – per puro gioco – i bianconeri oggi sarebbero... sette lunghezze più giù.

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L'importanza di Szczesny

Ma l’importanza del numero uno nello spogliatoio della Juventus, e non solo in campo, va ben oltre le parate a cui ha abituato i tifosi nelle ultime sette stagioni. Tante, ma probabilmente non tutte: nell’ultima estate era scattato il prolungamento automatico fino al 2025 sulla base delle presenze accumulate in stagione, in queste settimane sono in corso seri ragionamenti su un rinnovo al 2026 a fronte di una riduzione dell’ingaggio che, attualmente, si aggira sui 6,5 milioni all’anno. Così da inaugurare la filastrocca della formazione di un gruppo giovane e ambizioso partendo da una consolidata certezza. Per l’apporto tra i pali, per il clima che concorre a creare in gruppo e nella singolare famiglia dei portieri. E per la solida mentalità che si cela dietro ogni tuffo in campo: «Sì, dobbiamo sognare questo scudetto: alla Juventus si deve puntare agli obiettivi massimi, non si può scappare dalle proprie responsabilità». Parole e musica, pochi giorni fa soltanto, di Szczesny, la sicurezza da cui ripartire anche domani sera di fronte al brutto ricordo Sassuolo.

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TORINO -  Dal Sassuolo al Sassuolo, scherzi del calendario asimmetrico, non ci passa nemmeno un girone. Dal Sassuolo al Sassuolo, però, per certi versi ci passa addirittura un mondo. Quello solare, scanzonato e mai banale colorato ogni giorno dai gesti e dalle parole di Wojciech Szczesny. Che la trasferta settembrina a Reggio Emilia – al pari di tutti i compagni di spogliatoio, in realtà – se la ricorda piuttosto bene: unica sconfitta stagionale finora, quattro gol incassati in un colpo solo e macroscopici errori in serie. Anche e soprattutto da parte dell’estremo difensore polacco, appunto, incappato in una delle rare, ma “intense”, giornate negative (vedi la trasferta di Udine nell’agosto 2021...) in bianconero.

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Il riscatto di Szczesny

Da quel pomeriggio più buio del plumbeo cielo che minacciava pioggia sul Mapei Stadium, però, di acqua sotto i ponti e di punti in classifica ne sono passati un bel po’. Perché il 33enne di Varsavia, affidabile come pochi tra i pali sul palcoscenico europeo, aveva subito reagito da campione, infilando una serie di sei gare consecutive senza incassare reti. Per via della fase difensiva ermetica sfoggiata dalla Juventus d’autunno, certo. Ma anche per le tante prodezze inanellate dall’ex Roma ed Arsenal. In ordine sparso, giusto per citare le più evidenti: il salvataggio della redenzione sul piazzato di Muriel a Bergamo e il miracoloso intervento sul tap-in a botta sicura di Di Lorenzo contro il Napoli, il riflesso felino sulla girata di Giroud a San Siro e l’intervento provvidenziale sulla sassata di Harroui dalla distanza a Frosinone. Una scienza inesatta come quella del calcio non permette di quantificare l’apporto di Szczesny nella cavalcata dei bianconeri in campionato, ma aggiungendo un gol subito alle citate partite – per puro gioco – i bianconeri oggi sarebbero... sette lunghezze più giù.

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