Kean, ore decisive: orizzonte Juve ma può ancora partire

Vorrebbe avere più spazio in ottica Italia, ma è difficile trovare una soluzione entro questa sera: gli scenari

Gli tocca tornare a correre nell’aria poco rarefatta di Torino, zona Continassa. Eh sì, perché a meno di improbabili soluzioni dell’ultima ora, l’orizzonte professionale di Moise Kean si srotolerà ancora nel cerchio delle Alpi che fanno corona al centro sportivo della Juventus. La storia è nota, ma la riassumiamo per dovere e funzione cronistica: l’attaccante ha espresso il desiderio di trasferirsi per potere godere dello spazio che in bianconero ritiene chiuso in seguito alla crescita di Yildiz. De resto è noto come quelli che vanno da qui a fine campionato siano mesi delicati e decisivi in ottica Nazionale per non perdere l’opportunità di far parte del gruppo europeo.

Obiettivo Nazionale

Luciano Spalletti ha molta stima verso Kean (lo ha ribadito anche in occasione della cerimonia di consegna della Panchina d’Oro a Coverciano di lunedì scorso), ma ha anche ribadito in ogni occasione che è necessario giocare con continuità per poter sperare nella convocazione di giugno. Ed è essenzialmente questa è stata la motivazione che ha indotto il suo attaccante a chieder al suo entourage di attivarsi per cercare una soluzione: nessun problema ambientale nè con i compagni nè tantomeno con Allegri, ma essenzialmente una esigenza personale. Che, peraltro, contemperava il fatto di voler trovare una soluzione all’estero e non in Italia, tanto è vero che non ha voluto prendere in considerazione nè il Monza nè la Fiorentina. Accanto a tutta questa vicenda personale e programmatica in ottica azzurra, va considerata la questione medica che ha inciso in parallelo: a metà dicembre, infatti, Moise Kean si è fermato per curare un problema alla tibia con cui aveva convissuto fino a quel momento me che non ormai si poteva più gestire con farmaci e terapie. La guarigione prevedeva un mese di stop che invece si è allungato fino a ora e che, in prospettiva, si è rivelato il granello di polvere che ha fatto bloccare gli ingranaggi della trattativa con l’Atletico.

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Kean e il mancato trasferimento all'Atletico Madrid

Era tutto fatto, compreso l’accordo sui 500 mila euro da versare alla Juventus per il prestito oneroso, ma quando a Madrid hanno verificato che sarebbero servite almeno altre tre settimane per conferire a Kean una condizione atletica accettabile, hanno deciso di annullare l’operazione. E attenzione: non è che questo epilogo sia spiaciuto più di tanto a Diego Simeone: il tecnico argentino ha sempre sperato nella permanenza di Angel Correa, suo fedelissimo con cui il feeling è molto forte. La cessione del duttile attaccante argentino, del resto, era una delle condizioni per aprire le porte all’arrivo di Kean, ma dopo gli interessamenti da parte degli arabi dell’Al Itthiad risalenti a una settimana fa, la pista sembra essersi definitivamente inaridita...

Il futuro di Kean

L’insieme di queste dinamiche ha dunque fatto sì che il blitz di Kean a Madrid si sia rivelato infruttuoso e che il ritorno a Torino sia stato immediato. Il suo agente Alessandro Lucci si è rimesso subito in cerca di una alternativa, ma le piste italiane nel frattempo si sono chiuse: il Monza ha risolto il problema dell’attacco con Milan Djuric dal Verona, la Fiorentina ha definito il prestito di Andrea Belotti dalla Roma e tutto il resto sembra abbastanza bloccato. Da qui a stasera (alle ore 20.00 la chiusura delle trattative) si cercheranno altre soluzioni, ma non è detto che si possano aprire altre soluzioni estere visto che non tutte la Federazioni hanno lo stesso timing. In Uruguay, per dire, ci si può trasferire ancora per un mese, in Giappone addirittura per due; in Argentina per 17 giorni, in Romania per 10, in Austria per una settimana così come in Turchia (la più appetibile). Ma, certo, i campionati di prima fascia saranno ormai blindati: a Kean converrà cercare soluzioni esotiche o giocarsi le proprie carte in bianconero?

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Gli tocca tornare a correre nell’aria poco rarefatta di Torino, zona Continassa. Eh sì, perché a meno di improbabili soluzioni dell’ultima ora, l’orizzonte professionale di Moise Kean si srotolerà ancora nel cerchio delle Alpi che fanno corona al centro sportivo della Juventus. La storia è nota, ma la riassumiamo per dovere e funzione cronistica: l’attaccante ha espresso il desiderio di trasferirsi per potere godere dello spazio che in bianconero ritiene chiuso in seguito alla crescita di Yildiz. De resto è noto come quelli che vanno da qui a fine campionato siano mesi delicati e decisivi in ottica Nazionale per non perdere l’opportunità di far parte del gruppo europeo.

Obiettivo Nazionale

Luciano Spalletti ha molta stima verso Kean (lo ha ribadito anche in occasione della cerimonia di consegna della Panchina d’Oro a Coverciano di lunedì scorso), ma ha anche ribadito in ogni occasione che è necessario giocare con continuità per poter sperare nella convocazione di giugno. Ed è essenzialmente questa è stata la motivazione che ha indotto il suo attaccante a chieder al suo entourage di attivarsi per cercare una soluzione: nessun problema ambientale nè con i compagni nè tantomeno con Allegri, ma essenzialmente una esigenza personale. Che, peraltro, contemperava il fatto di voler trovare una soluzione all’estero e non in Italia, tanto è vero che non ha voluto prendere in considerazione nè il Monza nè la Fiorentina. Accanto a tutta questa vicenda personale e programmatica in ottica azzurra, va considerata la questione medica che ha inciso in parallelo: a metà dicembre, infatti, Moise Kean si è fermato per curare un problema alla tibia con cui aveva convissuto fino a quel momento me che non ormai si poteva più gestire con farmaci e terapie. La guarigione prevedeva un mese di stop che invece si è allungato fino a ora e che, in prospettiva, si è rivelato il granello di polvere che ha fatto bloccare gli ingranaggi della trattativa con l’Atletico.

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