Futuro Allegri, crisi Juve rilancia il dilemma: tifosi si spaccano, Giuntoli...

I rumors rischiano di influenzare la squadra anche se sta col tecnico. Max vorrebbe il rinnovo, il dt crede in lui ma rinvia la scelta a fine stagione: i dettagli

La storia, come sempre, verrà scritta dai fatti. E non farà eccezione quella relativa alla Juventus e Allegri, legati al momento sino al termine della prossima stagione (giugno 2025), ma con un futuro che risulta meno preciso - come orizzonte temporale - di quanto dicano le carte. Il perché lo sanno pure i sassi: non avrebbe senso iniziare la prossima annata con un allenatore in scadenza contrattuale. Perché ne andrebbe della sua credibilità al cospetto dei giocatori con tutto ciò che comporta: ovviamente nulla di positivo e virtuoso. Una verità talmente conclamata che lo stesso direttore tecnico Cristiano Giuntoli, meno di 10 giorni fa, un’ora prima di Juventus-Udinese finita poi 0-1, invitato ai microfoni a fare il punto sulla situazione in essere disse: «Siamo felicissimi di lavorare con Allegri, ha dimostrato in passato di essere un grandissimo allenatore e lo sta facendo anche ora con un gruppo di ragazzi e con il suo staff che stanno realizzando cose straordinarie. Ha un anno e mezzo di contratto, noi abbiamo la volontà di proseguire con lui e a fine anno abbiamo tempo di metterci a sedere e programmare il futuro insieme».

Versante Allegri

Sull’altro versante, ovvero quello di Allegri, il tecnico sullo stessa tema risponde ormai da settimane che ora l’importante è essere concentrati sugli obiettivi, che dopo questa stagione ha un altro anno di contratto e che quindi se ne parlerà. Anche se proprio il giorno prima delle dichiarazioni di Giuntoli, ovvero alla vigilia della gara con i friulani, il tecnico livornese a chi gli chiedeva del futuro ribadiva sì, la durata del contatto, aggiungendo poi che in realtà «noi allenatori dipendiamo sempre dai risultati». Ecco, dato per pacifico che per proseguire occorrerà non fallire il traguardo prefissato per questa stagione, ovvero ritornare in Champions dopo un anno alla finestra per via dell’esclusione decisa dall’Uefa, l’andamento delle ultime settimane impone riflessioni sull’argomento della panchina. Non esiste bilancino del farmacista capace di pesare con precisione quanto abbiano influito le voci e i rumors (il nome di Thiago Motta continua a rimbalzare) su chi siederà sopra quella bianconera, ma gli ultimi risultati deludenti con annesse performance sottotono non si possono ascrivere solo al ridimensionamento del sogno scudetto svanito e cullato da buona parte dello spogliatoio.
Del resto gli equilibri si reggono in maniera sicura solo se gli appoggi sono solidi anche se, in generale, nel calcio l’ipocrisia spesso trova diritto di cittadinanza. Sì, non è così dappertutto. Lo sport dei motori, per esempio, certi imbarazzi li ha superati da tempo. Due esempi lampanti? Il passaggio di Valentino Rossi alla Yamaha con tanti saluti alla Honda, uscito con quasi mezza stagione ancora da disputare, e quello recentissimo della Formula 1, con la notizia arrivata in carta bollata per cui Hamilton finirà in anticipo il suo contratto con la Mercedes (!) per andare, la prossima stagione, quella del 2025, alla Ferrari (!).

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Righetti: «Max va via»

Ma torniamo al calcio e al pianeta Juve, dove la luce, da fine gennaio, è diventata meno potente e brillante. Come trapela dalle controparti esiste la volontà di proseguire anche se sul timing le posizioni non paiono così sovrapponibili, con il tecnico che gradirebbe parlarne prima. Sino ad allora, qualsiasi spiffero potrà risultare insidioso come certi colpi d’aria infingardi. Ubaldo Righetti, ex compagno nel Pescara e caro amico di Allegri, alla Domenica Sportiva ha parlato in maniera netta: «Credo che finirà l’anno alla Juve, però ha voglia di vivere altre esperienze. Non penso all’estero. Gli allenatori dicono che tre anni è il tempo massimo che si può trascorrere in una società: c’è la costruzione, lo sviluppo e poi semmai il risultato... Potrebbe andare al Napoli? Non credo. Magari al centro... La Roma gli piace, la Lazio non credo. Ha rifiutato anche il Real Madrid a suo tempo, anche alla Roma ci è andato vicino. Possibilità di restare alla Juve? Sarà dura, difficile, anche perché ha la pressione di altri allenatori che vogliono la Juve. Ad Antonio Conte piace molto, non lo vedo proprio al Milan perché c’è una filosofia diversa...».

Juve, la squadra è con Allegri

La storia, come sempre, si esprimerà con i fatti. E se lo scudetto resterà un sogno, la qualificazione alla Champions dovrà diventare realtà, magari anche la vittoria della Coppa Italia. In attesa che la via del chiarimento definitivo tra Juve e Allegri venga imboccata, la tifoseria (da tempo spaccata tra pro Max e No Max) può essere fiduciosa anche per il fatto che la squadra è con l’allenatore. Senatori in testa.

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La storia, come sempre, verrà scritta dai fatti. E non farà eccezione quella relativa alla Juventus e Allegri, legati al momento sino al termine della prossima stagione (giugno 2025), ma con un futuro che risulta meno preciso - come orizzonte temporale - di quanto dicano le carte. Il perché lo sanno pure i sassi: non avrebbe senso iniziare la prossima annata con un allenatore in scadenza contrattuale. Perché ne andrebbe della sua credibilità al cospetto dei giocatori con tutto ciò che comporta: ovviamente nulla di positivo e virtuoso. Una verità talmente conclamata che lo stesso direttore tecnico Cristiano Giuntoli, meno di 10 giorni fa, un’ora prima di Juventus-Udinese finita poi 0-1, invitato ai microfoni a fare il punto sulla situazione in essere disse: «Siamo felicissimi di lavorare con Allegri, ha dimostrato in passato di essere un grandissimo allenatore e lo sta facendo anche ora con un gruppo di ragazzi e con il suo staff che stanno realizzando cose straordinarie. Ha un anno e mezzo di contratto, noi abbiamo la volontà di proseguire con lui e a fine anno abbiamo tempo di metterci a sedere e programmare il futuro insieme».

Versante Allegri

Sull’altro versante, ovvero quello di Allegri, il tecnico sullo stessa tema risponde ormai da settimane che ora l’importante è essere concentrati sugli obiettivi, che dopo questa stagione ha un altro anno di contratto e che quindi se ne parlerà. Anche se proprio il giorno prima delle dichiarazioni di Giuntoli, ovvero alla vigilia della gara con i friulani, il tecnico livornese a chi gli chiedeva del futuro ribadiva sì, la durata del contatto, aggiungendo poi che in realtà «noi allenatori dipendiamo sempre dai risultati». Ecco, dato per pacifico che per proseguire occorrerà non fallire il traguardo prefissato per questa stagione, ovvero ritornare in Champions dopo un anno alla finestra per via dell’esclusione decisa dall’Uefa, l’andamento delle ultime settimane impone riflessioni sull’argomento della panchina. Non esiste bilancino del farmacista capace di pesare con precisione quanto abbiano influito le voci e i rumors (il nome di Thiago Motta continua a rimbalzare) su chi siederà sopra quella bianconera, ma gli ultimi risultati deludenti con annesse performance sottotono non si possono ascrivere solo al ridimensionamento del sogno scudetto svanito e cullato da buona parte dello spogliatoio.
Del resto gli equilibri si reggono in maniera sicura solo se gli appoggi sono solidi anche se, in generale, nel calcio l’ipocrisia spesso trova diritto di cittadinanza. Sì, non è così dappertutto. Lo sport dei motori, per esempio, certi imbarazzi li ha superati da tempo. Due esempi lampanti? Il passaggio di Valentino Rossi alla Yamaha con tanti saluti alla Honda, uscito con quasi mezza stagione ancora da disputare, e quello recentissimo della Formula 1, con la notizia arrivata in carta bollata per cui Hamilton finirà in anticipo il suo contratto con la Mercedes (!) per andare, la prossima stagione, quella del 2025, alla Ferrari (!).

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