Napoli-Juve, la formazione di Allegri la decide… Weah: rivoluzione in mezzo

I ko di Rabiot e McKennie impongono una riflessione per la difficile trasferta del Maradona in programma domenica sera

TORINO - Il dubbio più grande tra i tifosi (subito dopo, si capisce, aver ottenuto la certezza che a fine allenamento avrebbero potuto ricevere autografi e selfie) riguarda i protagonisti e il modo con cui Massimiliano Allegri sostituirà gli infortunati Weston McKennie e Adrien Rabiot, vale a dire i due terzi della mediana titolare ai fianchi del “superstite” Manuel Locatelli. Chiariamo subito: l’allenamento a porte aperte di ieri non è servito a noi comuni mortali per trarre indicazioni futuribili perché non ci sono state prove tattiche nè partite a formazioni schierate.

Solo, si fa per dire, grande intensità in spazi ristretti prima e sfide sette contro sette con l’intermezzo di un interessante allenamento difensivo; due centrali contro tre avversari a difesa della metà campo aperta. Interessante perché prefigura un’ipotesi di difesa “a quattro” con la squadra alta e dunque passibile di infilate. Ma son suggestioni che possono indurre a immaginare un cambio modulo che, però, in questa fase ci sembra prematuro ipotizzare. Così tutto per ora ruota intorno ai protagonisti più che al modulo e l’ago della bilancia è sempre più Timothy Weah.

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Le decisioni di Allegri per il Napoli

Eh sì, perché se in questi giorni che precedono la trasferta di Napoli, il ragazzo offrirà garanzie per l’impiego dal primo minuto, allora Allegri si troverebbe a disposizione un’opzione in più: spostare Andrea Cambbiaso mezzala, un ruolo che peraltro ha già ricoperto con efficacia in alcuni spezzoni di partita. Sull’altro lato, invece, toccherebbe ad Alcaraz più che a Miretti, pronto casomai a subentrare a gara in corso. Difficile, infatti, che il tecnico decida di partire subito con giovani come Iljng Junior o che sposti Locatelli sulla mezzala inserendo Nicolussi Caviglia nel suo ruolo.

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L'alternativa Danilo

Però, attenzione, perché un utilizzo di Locatelli nel suo antico ruolo potrebbe verificarsi qualora Allegri si ritrovasse a disposizione anche Danilo (che ieri ha ancora lavorato a parte) e lo piazzasse a centrocampo davanti alla difesa come è già accaduto in passato, ma con Pirlo allenatore. In questo ruolo, peraltro, il brasiliano potrebbe schermare efficacemente il lavoro di Lobotka, cervello della manovra napoletana e garantirebbe più fisicità a una mediana un poco leggerina al cospetto di quella azzurra. Di nuovo, però, ci troveremmo di fronte a uno stravolgimento dei ruoli che poco si concilia con una gara complessa come sarà inevitabilmente quella del Maradona.

Come fermare Kvara e Osimhen

Allegri e il suo staff hanno sicuramente visto la strabordante vittoria del Napoli a Sassuolo e, al netto delle difficoltà degli emiliani, è evidente come la squadra di Calzona abbia tratto un immenso giovamento dal ritorno di Osimhen. Anche per questo servirà una Juve che combatta in mediana e attenta in difesa dove verrà chiesto un surplus di lavoro a Bremer, chiamato a giocare in pressione alta sul centravanti nigeriano: lasciar spazio a lui e a Kvaratskhelia per liberare la falcata sarebbe esiziale. All’andata questo grimaldello funzionò molto bene e al georgiano capitò un’unica palla gol in contropiede, vanificata sull’uscita di Szczesny. Ma domenica sera sarà più difficile.

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TORINO - Il dubbio più grande tra i tifosi (subito dopo, si capisce, aver ottenuto la certezza che a fine allenamento avrebbero potuto ricevere autografi e selfie) riguarda i protagonisti e il modo con cui Massimiliano Allegri sostituirà gli infortunati Weston McKennie e Adrien Rabiot, vale a dire i due terzi della mediana titolare ai fianchi del “superstite” Manuel Locatelli. Chiariamo subito: l’allenamento a porte aperte di ieri non è servito a noi comuni mortali per trarre indicazioni futuribili perché non ci sono state prove tattiche nè partite a formazioni schierate.

Solo, si fa per dire, grande intensità in spazi ristretti prima e sfide sette contro sette con l’intermezzo di un interessante allenamento difensivo; due centrali contro tre avversari a difesa della metà campo aperta. Interessante perché prefigura un’ipotesi di difesa “a quattro” con la squadra alta e dunque passibile di infilate. Ma son suggestioni che possono indurre a immaginare un cambio modulo che, però, in questa fase ci sembra prematuro ipotizzare. Così tutto per ora ruota intorno ai protagonisti più che al modulo e l’ago della bilancia è sempre più Timothy Weah.

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