Mondiale per Club, De Laurentiis ha un asso da giocare. Juve, Elkann cresce

Attenzione al contenzioso del Napoli con la Fifa per estromettere i bianconeri dal torneo del 2025. Intanto Exor pronta a rinforzarsi sul controllo del club bianconero

Più che un “suggerimento” legale e gratuito ad Aurelio De Laurentiis quella dell’avvocato Giorgio Spallone, di chiara fede interista e quindi super partes nel duello tra Juventus e Napoli per partecipare ai Mondiali per club, è una constatazione giuridica che potrebbe comunque fare comodo al presidente partenopeo, intenzionato ad adire per via legali (ha già dato mandato a un pool di avvocati affi nché studiasse le carte) se la squadra di Calzona non dovesse superare gli ottavi di Champions (martedì c’è il ritorno in casa del Barcellona dopo l’1-1 al Maradona) e venisse quindi esclusa anche dal Mondiale per club in base al ranking Uefa che vede la Juventus a 47 punti e il Napoli a 42.

Nel tweet l’avvocato Spallone sottolinea come il regolamento di qualificazione al Mondiale per club preveda l’accesso mediante la vittoria della Champions o il miglior ranking nella massima competizione confederale nel periodo 2020-202: «L’esclusione - scrive - per un anno da tutte le competizioni di una confederazione può confi gurare una causa preclusiva di accesso alla qualificazione». Il riferimento è ovviamente alla Juventus che ha patteggiato con l’Uefa l’estate scorsa per la violazione del settlement agreement ed è stata esclusa per la stagione in corso dalle Coppe europee. «L’anno di esclusione - spiega l’avvocato Spallone - si infrange contro la regola che prevede il conteggio dei quattro anni, anche se negli altri tre io ho acquisito i punti nel ranking che mi consentono di essere in corsa per partecipare. Il lasso temporale può diventare un requisito fondamentale non già alla qualifi cazione ma a concorrere all’accesso». Ma non tutte le squadre hanno partecipato negli ultimi quattro anni alla Champions perché magari non si sono qualificate...

Mondiale per club, la meritocrazia secondo De Laurentiis

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Juve, Spallone e l'esclusione dal Mondiale per club

«Obiezione giusta, ma in questo caso - illustra l’avvocato Spallone - la mancata partecipazione alla Champions è per demerito, non sono arrivata tra le prime quattro. Nel caso della Juventus gli è stato negato l’anno di partecipazione per motivi disciplinari». Però anche la Fifa si è espressa nei giorni scorsi, attraverso un tweet («La Juventus si qualificherà al Mondiale per club se Napoli e Lazio dovessero essere eliminate agli ottavi di Champions»), includendo la squadra bianconera tra quelle in corsa per partecipare. «E’ corretto che la Fifa dica così - sottolinea Spallone - finché non c’è nessuno che glielo contesta. Fino a prova contraria, fa fede il ranking. Ma se c’è una squadra controinteressata che avanza un’obiezione si può aprire un contenzioso davanti al tribunale della Fifa. Anche perché nel regolamento non sono state inserite tutte le innumerevoli ipotesi ed eccezioni».

Sorge comunque un dubbio: se la Fifa avesse avuto intenzione di escludere la Juventus dalla manifestazione, per le stesse irregolarità che hanno portato la Uefa a non ammettere i bianconeri alle coppe europee in questa stagione, avrebbe inserito una eccezione specifica nel regolamento pubblicato a fine dicembre 2023, quando la situazione della Juventus era ben nota. Stesso discorso con l’Uefa: nel patteggiamento molto dettagliato dell’estate scorsa non è stato fatto nessun riferimento all’esclusione dei bianconeri dalla partecipazione al Mondiale per club.

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Aumento capitale, nuove azioni Juve

Da domani si potranno sottoscrivere le nuove azioni della Juventus nell’ambito dell’aumento di capitale da 200 milioni varato l’anno scorso: saranno vendute al prezzo di 1,582 euro ciascuna, con uno sconto del 31,8% rispetto al prezzo teorico di Borsa, e l’off erta agli azionisti durerà fi no al 27 marzo (fino al 21 marzo la possibilità invece di negoziare i diritti sull’Euronext di Milano). Con un impegno preso il 6 ottobre 2023 l’azionista di maggioranza Exor ha già versato nelle casse della Juventus la quota di sua competenza, 127 milioni, pari al 64% del capitale sociale bianconero. Il 21 dicembre dell’anno scorso la holding quotata in Olanda, che controlla anche Stellantis e Ferrari, ha inoltre garantito che avrebbe coperto l’eventuale inoptato fino a un massimo di 72 milioni.

Se tutti i soci di minoranza aderiranno all’aumento di capitale, la ripartizione delle quote rimarrà inalterata, se invece qualche socio non sottoscriverà le nuove azioni, quest’ultime verranno acquisite da Exor fino a coprire il 100% dell’aumento di capitale. Nell’ipotesi, remota, che nessun altro socio aderisca, la quota di controllo di Exor sulla Juventus potrebbe così salire fino a un massimo del 76%. Exor ha scelto di non rivolgersi a un consorzio di garanzia delle banche, che negli aumenti di capitale acquisisce le azioni inoptate e poi le reimmette sul mercato, ma di fungersi essa stessa da garante. Il gesto è quella di una gestione oculata perché da un lato Exor ha la liquidità necessaria per far fronte all’acquisizione delle nuove azioni rimaste inoptate, dall’altro ha risparmiato sul servizio offerto dalle banche, che ha un costo elevato.

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Exor-Juve, terzo aumento e segnale Elkann-Agnelli

Se poi Exor dovesse crescere nelle quote Juventus, sarebbe un ulteriore segnale che la famiglia Elkann-Agnelli vuole mantenere saldamente il controllo del club bianconero. Come scrive la stessa Juventus nel prospetto informativo l’aumento di capitale ha come obiettivo quello di bilanciare i conti economici e finanziari, gravemente penalizzati dalla mancata partecipazione alle Coppe europee. I 127 milioni già versati da Exor sono serviti soprattutto per gestire i flussi di cassa negativi, per pagare i debiti verso i club per giocatori acquistati nelle campagne trasferimenti degli anni precedenti e per diminuire l’indebitamento.

I restanti 72 milioni, che diventano 69 al netto delle spese, della ricapitalizzazione saranno utilizzati per «il fabbisogno finanziario del Gruppo per i prossimi 12 mesi, stimato in 48 milioni, e per la restante parte di circa 21 milioni per ridurre il livello di indebitamento fi nanziario non corrente, in linea con gli obiettivi del Piano», che prevede il ritorno all’utile di bilancio nella stagione 2026-27. Per la Juventus si tratta del terzo aumento di capitale dal 2019: il primo è stato da 300 milioni ed è servito a finanziare l’operazione CR7, il secondo, nel 2021, da 400 milioni per fronteggiare i danni dovuti alla chiusure degli stadi per il Covid, in fine con questa ricapitalizzazione si arriva a un totale di 900 milioni.

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Più che un “suggerimento” legale e gratuito ad Aurelio De Laurentiis quella dell’avvocato Giorgio Spallone, di chiara fede interista e quindi super partes nel duello tra Juventus e Napoli per partecipare ai Mondiali per club, è una constatazione giuridica che potrebbe comunque fare comodo al presidente partenopeo, intenzionato ad adire per via legali (ha già dato mandato a un pool di avvocati affi nché studiasse le carte) se la squadra di Calzona non dovesse superare gli ottavi di Champions (martedì c’è il ritorno in casa del Barcellona dopo l’1-1 al Maradona) e venisse quindi esclusa anche dal Mondiale per club in base al ranking Uefa che vede la Juventus a 47 punti e il Napoli a 42.

Nel tweet l’avvocato Spallone sottolinea come il regolamento di qualificazione al Mondiale per club preveda l’accesso mediante la vittoria della Champions o il miglior ranking nella massima competizione confederale nel periodo 2020-202: «L’esclusione - scrive - per un anno da tutte le competizioni di una confederazione può confi gurare una causa preclusiva di accesso alla qualificazione». Il riferimento è ovviamente alla Juventus che ha patteggiato con l’Uefa l’estate scorsa per la violazione del settlement agreement ed è stata esclusa per la stagione in corso dalle Coppe europee. «L’anno di esclusione - spiega l’avvocato Spallone - si infrange contro la regola che prevede il conteggio dei quattro anni, anche se negli altri tre io ho acquisito i punti nel ranking che mi consentono di essere in corsa per partecipare. Il lasso temporale può diventare un requisito fondamentale non già alla qualifi cazione ma a concorrere all’accesso». Ma non tutte le squadre hanno partecipato negli ultimi quattro anni alla Champions perché magari non si sono qualificate...

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