La Champions di Nicolussi: a tavola con Guccini!

Il cantautore emiliano è il mito musicale del giovane regista che ha portato in dono una maglia della Juve
"Ma quel mattino aveva il viso dei vent’anni senza rughe". Chissà se a Francesco Guccini l’incontro con Hans Nicolussi Caviglia avrà ricordato quei versi di “Amerigo”. Tempo fa il ragazzo cresciuto alla Juventus, centrocampista della prima squadra, in un video del club e in un’intervista ha candidamente confessato che il cantautore è il suo musicista preferito.
Altro che Rap, Hip-Hop, R’n’B, la musica dei giovani d’oggi, il suo mito è Guccini. "Lo ascoltavo da piccolino in macchina con papà quando andavamo a sciare e me ne sono innamorato. Purtroppo non l’ho mai visto dal vivo, ma solo su Youtube: 'Cyrano', 'Quello che non', 'Farewell', 'Incontro', 'La locomotiva' sono le mie preferite. Mi piace anche perché le cose che diceva a suo tempo sono valide oggi e lo saranno tra cent’anni".  

L'incontro con Guccini

Di fronte all’attestato di stima Guccini, che non scordiamo è anche un tifoso bianconero, ha voluto colmare le lacune del ragazzo e lo ha invitato per conoscerlo. Non "si sono presi per mano, il vecchio e il bambino", ma hanno pranzato insieme in un’osteria vicino a Pavana, il paesino dell’Appennino pistoiese dove vive il Maestro. Zona di montanari, di gente schietta e sincera, che ha molte affinità con quella dove è nato Hans, originario della Valle d’Aosta.
Al Caciosteria, aperto soltanto per loro, tra un bicchiere di lambrusco e le specialità della casa, via con le chiacchiere, tra calcio e musica, le curiosità, i ricordi. Sessant’anni separano i due uomini, ma c’è molta complicità. Nicolussi Caviglia è accompagnato dal papà e porta al cantautore la sua maglia della Juventus oltre al disco con la canzone di Guccini che ama di più, Amerigo, per un autografo. Guccini, insieme con la moglie, porta invece se stesso, la sua vita, le sue canzoni, la sua memoria. 

La passione di Nicolussi per il cinema e la letteratura

All’apparenza sono mondi lontanissimi, ma Nicolussi Caviglia non è lo stereotipo del calciatore tutto playstation, discoteche, tatuaggi e modelle, è un ragazzo normale, perciò controcorrente. "I miei mi hanno insegnato il valore della cultura, prima che me ne appassionassi per conto mio. Letteratura e cinema arricchiscono il tempo che non passi in campo e magari una poesia può darti un appiglio nei momenti difficili".
Fuori dal campo passa il tempo con Thomas Mann, Dostoevskij («Mi piacerebbe affrontare “I fratelli Karamazov”»), Stanley Kubrick. E adesso, mentre ascolta 'La Locomotiva' nel tragitto da casa alla Continassa, Hans non avrà soltanto in mente il viso di Guccini, ma pure la sua erre moscia sentita dal vivo.

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