Diceva Marcello Lippi, che sulla panchina della Juventus ha vinto tutto e ha riportato la Coppa del Mondo in Italia, che «i grandi cicli si aprono attraverso i grandi giocatori e la loro mentalità vincente. L’allenatore è importante e in alcune circostanze è fondamentale, ma poi è chi scende in campo a fare la differenza». E nelle sue Juventus i fuoriclasse non mancavano, da Vialli a Del Piero, da Zidane a Montero, da Baggio a Ravanelli, da Conte a Deshamps, da Ferrara a Peruzzi, campioni in campo, che facevano la differenza anche nello spogliatoio. Quello che invece manca all’attuale Juventus di Massimiliano Allegri: andati in pensione Buffon, Chiellini, Barzagli, Pirlo, artefici nella costruzione della squadra che ha conquistato nove scudetti consecutivi, dei leader se ne sono perse le tracce.
Juve, chi sono i leader nello spogliatoio?
A settembre dell’anno scorso Allegri aveva indicato quelli che, secondo lui, avevano un ruolo importante nello spogliatoio. «Abbiamo Danilo, Szczesny, Alex Sandro, che sono giocatori di esperienza, come lo stesso Rugani». Ma domenica, dopo l’ennesimo pareggio, dopo i sette punti conquistati nelle ultime otto partite, dopo i fischi con cui lo Stadium ha espresso la sua insoddisfazione per gioco e risultati, nessuno dei senatori è andato a parlare alla stampa. Ci si aspettava il capitano, Danilo, al confronto, un onere riconosciuto anche dalla fascia che porta al braccio, invece è stato mandato un giovane di 20 anni, Fabio Miretti. Senza nulla togliere al ragazzo dell’Under 21, che ha cercato anche di ragionare sul momento, di spiegare ed esternare sensazioni e problematiche vissute in campo, è stata una scelta che ha sorpreso.