La zampata di Milik vale la finale. Ma questa è sempre una Juve che non va

Approfittando della tattica rinunciataria del primo tempo e della verve di Castellanos, la Lazio aveva riequilibrato i conti. Soltanto le sostituzioni nel finale e il ricorso al tridente hanno favorito il gol qualificazione
La zampata di Milik vale la finale. Ma questa è sempre una Juve che non va© ANSA

La zampata di Milik ha portato la Juve in finale di Coppa Italia quando la Lazio accarezzava l'idea di guadagnare almeno i supplementari dopo la doppietta di Castellanos (gran partita la sua), che aveva pareggiato il conto di Torino. Invece no. Proprio nel finale, Allegri ha azzeccato i cambi, a partire dall'ingresso di Weah per Cambiaso, cui sono seguite le sostituzioni di Milik per McKennie e Yildiz per Vlahovic. L'improvvisata formula offensiva ha funzionato subito, con il tiro cross di Weah trasformatosi in assist per Milik  il quale, quanto a senso del gol, non ha nulla da invidiare a nessuno. Il calcio è bello perché è vario. La prova della Lazio è stata generosa, pervicace, illuminata dalla verve dello scatenato Castellanos, certamente protagonista della migliore prestazione da quando indossa la maglia biancoceleste. Eppure, il 15 maggio, all'Olimpico, l'ultimo atto della Coppa Italia contro la vincente di Atalanta-Fiorentina lo reciterà la Juve, nel primo tempo sin troppo rinunciataria e traccheggante in difesa, con l'evidente intento di difendere il 2-0 dell'andata. Un errore di valutazione che la squadra ha rischiato di pagare a caro prezzo: Milik l'ha salvata in extremis dall'eliminazione, però non si pensi che avere superato la semifinale significhi avere risolto tutti i problemi. Nient'affatto. Tant'è vero che, per quanto stavolta indolore,  i bianconeri hanno incassato la quarta sconfitta nelle ultime sette partite esterne disputate fra campionato e Coppa Italia. Aggiungete tre pareggi e scoprite che lontana dallo Stadium la squadra di Allegri non vince dal 21 gennaio scorso (Lecce-Juve 0-3).

Perché la Juve deve andare sotto per ricordare di chiamarsi Juve?

Domanda fatidica: perché, come già accaduto a Cagliari, la Juve va in campo per non prenderle, le prende e poi si sveglia.? Tardi, ma si sveglia. Perché la Juve deve andare sotto per ricordare di chiamarsi Juve? Amarcord: alla Domus Arena, sul 2-1 per i rossoblù, Weah era subentrato a McKennie; Milik a Locatelli, Iling-Junior a Cambiaso, Chiesa e Vlahovic erano rimasti in campo sino alla fine e dalla pressione esercitata sulla difesa di Ranieri era scaturito l'autogol di Dossena a tre minuti dal novantesimo. Si può andare avanti così? No che non si può, sebbene il soprassalto d'orgoglio che ha portato al gol di Milik debba essere rimarcato.Allegri e la Juve hanno ripreso la qualificazione per i capelli, ma la Lazio avrebbe meritato di andare quantomeno  ai supplementari. Il calcio è anche questo. Con un'avvertenza: se giochi male, puoi anche andare in finale; ma, se giochi così, puoi anche perderla.

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