Un brutto finale può offuscare nell’immediato, ma certo non rovinare nel tempo, quanto di bello un libro, un film, un concerto, una storia d’amore possono aver regalato fino a quel momento. E la storia d’amore calcistico tra la Juventus e Allegri di bello ha regalato tantissimo: emozioni e trofei. Nonostante pure l’incipit fosse stato brutto. O forse proprio per quello, con la contestazione all’arrivo a Vinovo il 16 luglio 2014, due giorni dopo le dimissioni di Antonio Conte, a fornire quella difficoltà iniziale che rende più appassionanti le storie di successo. E di successo rimane la storia tra la Juventus e Allegri, successo talmente straordinario nella sua prima parte da riverberarsi anche sulla seconda, comunque chiusa sollevando l’unico trofeo che la squadra bianconera era all’altezza di sollevare. Ben diversa da quella a cui il tecnico livornese si presentò quel 16 luglio 2014.
Allegri-Juve, l'addio e la contestazione
Quella Juve era tre volte campione d’Italia in carica, aveva difesa e centrocampo tra i più forti della sua storia e un attaccante di valore mondiale come Tevez. Allegri la condusse al quarto Scudetto di fila, aggiungendo una Coppa Italia che mancava da 20 anni, e fino a una finale di Champions League che a inizio stagione pareva un miraggio, dopo l’eliminazione ai gironi della stagione precedente, e che pareva un miraggio anche dopo il sorteggio della semifinale contro il Real Madrid campione in carica di Cristiano Ronaldo. E la condusse a giocarsela, quella finale, contro il Barcellona di Messi, Suarez e Neymar, molto più di quanto dica il 3-1 finale, col terzo gol arrivato al 97’.